Sono 33.196 gli studenti molisani che oggi tornano nelle aule per il nuovo anno scolastico, 24.477 della provincia di Campobasso, 8.719 di Isernia.
I più numerosi, 12.498, sono quelli delle scuole secondarie di secondo grado. A seguire, gli alunni delle primarie, 9.826, quelli delle secondarie di primo grado, 6.525, e dell’infanzia 4.347. Il personale docente un forze per il nuovo anno è costituito da 5.406 unità, 4.072 in provincia di Campobasso, 1.334 a Isernia. Il personale Ata è così distribuito: 1.068 unità in provincia di Campobasso, 351 in quella di Isernia.
«Cominciano le attività didattiche, un nuovo anno scolastico, il 2025/2026, già un quarto di questo primo secolo del terzo millennio, un numero importante ma anche un anno importante con grandi novità». Inizia così il videomessaggio la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale del Molise, Maria Chimisso, agli alunni e agli studenti. «Pongo l’accento su quella che, per me, ha maggior rilievo e cioè l’educazione dei nostri studenti che passa attraverso anche la capacità di dire di no – aggiunge –. Noi siamo qui per insegnare ma anche per ricordare alle ragazze e ai ragazzi che ci sono dei limiti che non vanno superati. E uno dei limiti su cui bisogna proprio lavorare, lo dico con cognizione di causa, è la consapevolezza che non si può trasformare l’aula didattica in una promozione dei rapporti di via social. Quindi, bene il divieto dell’utilizzo dei cellulari in tutte le scuole di ogni ordine e grado perché dobbiamo ricreare un ambiente circolare all’interno dell’aula e, quindi, far sì che la classe dialoghi non con soggetti esterni ma che torni un dialogo fruttuoso, una relazione positiva all’interno del sistema scuola, all’interno del sistema classe, fra gli studenti e le studentesse e i docenti». La direttrice dell’Usr Molise sottolinea quindi l’importanza del dialogo tra i giovanissimi. «Sono anche convinta che, l’idea stessa di recuperare la relazione fisica aiuterà molto a contrastare quel fenomeno così deleterio e devastante che è rappresentato dal bullismo – conclude la direttrice dell’Usr – e dal cyberbullismo che sono mali di una società contemporanea, in qualche modo, malata di social. Torniamo ad essere studenti in carne e ossa, parliamo tra di noi, cresciamo insieme».

























