Spopolamento, crisi economica, sanità. Dalla Festa regionale dell’Avanti, ieri a Campobasso, proposte operative per un modello economico nuovo, come lo ha definito il segretario del Psi molisano Marcello Miniscalco.
Sul palco di Piazzetta Palombo, esponenti socialisti e dei partiti alleati: il banco di prova delle imminenti regionali è ritenuto come un test di più ampio respiro e dal tenore politico.
«Pensiamo di mettere in piedi un modello economico nuovo, che superi le attuali criticità, che parta dai giovani, dal merito, dalle competenze, che metta al centro la qualità della vita. L’iniziativa di oggi – ha detto Miniscalco – è il punto di partenza».
Il contrasto al fenomeno dello spopolamento, ha aggiunto, è una priorità perché in Molise «viviamo una crisi profonda. Non abbiamo ospedali che funzionano, non abbiamo aeroporti, non abbiamo treni, non abbiamo collegamenti. Lottiamo a mani nude contro un problema serio, però ce la dobbiamo fare».
Le regionali, quindi, un test particolarmente importante per il centrosinistra unito: «Andremo al voto in sette Regioni, come socialisti abbiamo un progetto politico più ampio, siamo fondatori e aggregatori di un mondo riformista ampio con le nostre liste. Voteranno 20 milioni di elettori e quindi non è solo un voto per le regionali. Gli italiani ci diranno cosa pensano del governo Meloni e anche cosa pensano di noi».
A Campobasso anche il segretario nazionale Enzo Maraio che ha toccato vari temi, a partire dalle guerre e dalle tensioni internazionali. «Registriamo una tendenza del centrodestra a non affrontare le questioni come dovrebbe e a non dare soluzioni soprattutto in politica estera – ha puntato il dito – Noi ci stiamo rilassando rispetto a quanto sta accadendo nel mondo, c’è una soppressione dei diritti dei popoli che avviene in Ucraina, alle porte d’Europa, come sta avvenendo a Gaza. Il nostro governo è afono, non dice una parola. Al di là delle chiacchiere, della demagogia, non incide in nessun modo. I socialisti – ha poi rivendicato Maraio – hanno una storia, sono quelli di Sigonella, sono quelli che hanno rivendicato il diritto con Craxi e soprattutto il potere, la sovranità territoriale del nostro Paese. Ed è quello che dovremmo fare oggi, nel 2025: difendere il diritto dei popoli, metterci tutti insieme contro tutti gli oppressori e dare all’Europa gambe solide. Perché solo con un’Europa forte noi riusciamo a rispondere a quello che sta accadendo nel mondo».

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