Rispetto la vostra posizione, ma indietro non si torna perché la soluzione all’emergenza cinghiali in Molise non è più rinviabile.
Risponde così, contattato da Primo Piano, il presidente della Regione Francesco Roberti alla richiesta della Lav di annullare il piano straordinario varato di recente dall’esecutivo di Palazzo Vitale. Richiesta che non ha mancato di sollevare polemiche e clamore.
Un breve riassunto della vicenda può essere utile a inquadrarla meglio, anche se purtroppo i danni della proliferazione dei cinghiali in Molise sono fin troppo noti ed evidenti. Ogni giorno le immagini di branchi interi che percorrono strade, attraversano i quartieri, si aggirano accanto alle scuole o vicino alle case sono diventate la normalità. Una normalità pericolosa.
Non è più solo una questione agricola. È un problema sociale, sanitario e di pubblica sicurezza. Ci sono famiglie che evitano parchi pubblici al calare del sole, mamme che rinunciano a portare i figli a giocare, residenti che preferiscono non rientrare a casa da soli. A Campobasso la sindaca Forte è stata costretta a chiudere la Via Matris per motivi di sicurezza.
Sul fronte agricolo, il bilancio è devastante: raccolti distrutti, terreni irrecuperabili, aziende allo stremo. C’è chi ha smesso di coltivare, chi ha cambiato lavoro, chi è finito sul lastrico.
Di fronte a questo scenario drammatico, la Regione ha approvato pochi giorni fa un Piano straordinario di gestione e contenimento della fauna selvatica. Il documento prevede misure ampie e incisive: dal potenziamento degli strumenti di controllo all’uso di tecnologie avanzate, dalla possibilità per i sindaci di intervenire con poteri speciali (ai sensi degli articoli 50 e 54 del Tuel) alla semplificazione delle procedure per l’installazione di recinzioni e dissuasori.
Le attività di controllo comprendono abbattimenti selettivi, catture, interventi notturni e l’utilizzo di operatori specializzati. Nel piano rientrano non solo i cinghiali, ma diverse specie che in Molise stanno causando impatti significativi su agricoltura, biodiversità e sicurezza stradale.
Poche ore l’approvazione del piano, la Regione ha ricevuto una diffida formale da parte della Lav – Lega Anti Vivisezione, firmata dal presidente Gianluca Felicetti.
L’associazione sostiene che: il piano regionale non rispetterebbe i criteri del Piano nazionale previsto dall’art. 19-ter della legge 157/1992; non sarebbero stati recepiti gli obiettivi di dettaglio (raccolta dati, reporting, struttura dei piani regionali, principi di selettività); il controllo delle specie sarebbe stato autorizzato «senza adeguati presupposti giuridici»; potrebbero configurarsi ipotesi di reato (abbattimenti “non necessari”, maltrattamento di animali, furto venatorio) e perfino danno erariale nel caso di prelievi non conformi. La Lav chiede quindi l’annullamento immediato del provvedimento e minaccia ricorsi in caso contrario.
«Ho preso atto della diffida inviata dalla Lav e rispetto il ruolo delle associazioni impegnate nella tutela degli animali. Tuttavia – replica il governatore Roberti – sento il dovere di dire con chiarezza che la situazione è grave e non più rinviabile: in Molise i cinghiali sono ormai stabilmente presenti all’interno dei centri abitati, nelle periferie e persino in ambito urbano, con rischi concreti per la sicurezza dei cittadini, per l’incolumità sulle strade e per le attività agricole. La Regione ha il dovere di agire per tutelare la salute pubblica e la sicurezza delle comunità. Il Piano straordinario adottato non è frutto di improvvisazione, ma nasce dalla necessità di rispondere a un’emergenza reale, documentata e sotto gli occhi di tutti. Non possiamo consentire che il Molise resti ostaggio di un’emergenza per la quale occorre una risoluzione immediata e concreta. Servono responsabilità chiare: ognuno deve assumersi le proprie, a partire dalle istituzioni, ma anche da chi interviene nel dibattito pubblico. La Regione – conclude il presidente della giunta – continuerà ad agire nel rispetto della legge, ma con la determinazione necessaria a garantire la sicurezza dei cittadini e la tutela del territorio».

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