Il Programma nazionale Esiti 2025 di Agenas fotografa lo stato di salute del Servizio sanitario italiano a dieci anni dall’introduzione del decreto Balduzzi, norma che ha ridisegnato la rete ospedaliera introducendo standard, soglie minime e indicatori di qualità. Il dm 70 fin troppo noto in Molise.
Il Pne, 218 indicatori e più di mille strutture analizzate, evidenzia progressi complessivi ma anche distanze ancora marcate tra Nord e Sud. E mette sul tavolo spunti importantissimi per la sanità regionle.
Il Molise – come altre realtà del Mezzogiorno – rientra nell’area in cui il divario si manifesta con maggiore evidenza, specie nelle attività ad alta complessità. Ma dal report emergono anche segnali interessanti, in particolare il miglioramento di alcuni indicatori del San Timoteo di Termoli e l’avvio di un audit mirato per approfondire e accompagnare la riorganizzazione della rete.
Il Pne 2025 introduce anche un nuovo approccio: oltre alla misurazione dei dati, Agenas attiva audit strutturati nelle regioni o nelle strutture dove emergono criticità o variabilità non coerenti con gli standard nazionali. L’“audit aperto” non è una procedura ispettiva punitiva, ma una verifica tecnica condivisa, che coinvolge: Agenas, la Regione Molise, i direttori sanitari e i referenti dei presìdi.
Si analizzano cioè i percorsi clinici, la tempestività, la concentrazione delle casistiche, la gestione delle emergenze e le criticità organizzative. L’obiettivo è identificare le cause reali delle difficoltà e definire interventi operativi, con un monitoraggio successivo.
Quanto ai dati, prima le note dolenti. In alcune aree del Molise meno del 40% dei pazienti colpiti da infarto “Stemi” viene trattato con angioplastica (Ptca) entro 90 minuti dall’accesso alla struttura.
Conferme in negativo anche per la mortalità per ictus: «In un quadro generale tendenzialmente positivo, si evidenzia però un certo gradiente Nord-Sud. Si registrano valori di mortalità superiori alla soglia del 12,9%, prevista dal Nuovo Sistema di Garanzia (dei Lea, ndr), in alcune aree di Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Molise, Sicilia».
Peggio della media nazionale, il Molise, anche per quanto riguarda i ricoveri inappropriati per scompenso cardiaco.
La performance del San Timoteo di Termoli, che è uscito dalla fase di audit, è una delle note positive. Il presidio, in base ai dati del Pne 2025, mostra miglioramenti in diversi settori. 1. Frattura del femore: tempi più rapidi. A livello nazionale, gli interventi entro 48 ore sono saliti dal 52% al 60%. Termoli, storicamente in difficoltà per carenze organizzative, oggi mostra una stabilità maggiore e performance più omogenee rispetto al passato. Nel posizionamento regionale risulta tra i presìdi più stabili.
2. Chirurgia a bassa complessità: day surgery in crescita. Il Pne registra un forte incremento della colecistectomia laparoscopica in day surgery (dal 22% al 39%). Anche il San Timoteo si allinea a questo trend, facendo registrare: miglior gestione delle liste, riduzione delle degenze post-operatorie, adeguamento ai modelli organizzativi più efficienti.
3. Ostetricia: appropriatezza in miglioramento. Se il Molise nel complesso resta tra le regioni del Sud con valori sopra le medie nazionali per i tagli cesarei primari, il presidio di Termoli evidenzia miglioramento nella gestione del parto fisiologico e indicatori più stabili sui percorsi ostetrici.
Si tratta di segnali ancora da consolidare, ma coerenti con i trend nazionali.
4. Accessi in Pronto Soccorso. Il Pne monitora anche gli accessi impropri al PS. Termoli – che negli anni scorsi aveva mostrato criticità, specie nei periodi di carenza dei medici di continuità assistenziale – registra ora una migliore appropriatezza e una maggiore capacità di filtro nella rete territoriale.
Il report conferma che le difficoltà maggiori del Mezzogiorno – e dunque anche del Molise – riguardano: chirurgia oncologica complessa (pancreas, retto), procedure tempo-dipendenti (infarti trattati entro 90 minuti), gestione delle nascite (tagli cesarei primari sopra la media), mortalità post-operatoria in alcuni interventi cardiovascolari.
Per esempio: solo il 28% degli interventi pancreatici al Sud avviene in centri ad alto volume;
gli interventi sul retto mostrano un peggioramento nazionale (dal 30% al 22%) con performance critiche nel Sud; la tempestività dell’angioplastica percutanea per infarto Stemi (il più grave) entro 90 minuti resta inferiore rispetto al Nord. Si tratta delle aree su cui l’audit regionale può incidere con maggiore impatto.
Il Pne fotografa una qualità complessiva in crescita, ma mette in luce “forti diseguaglianze territoriali” e conferma che il Sud resta indietro su: volumi chirurgici, tempestività, appropriatezza ostetrica, continuità organizzativa.
Il Molise, con un’unica azienda sanitaria e tre ospedali principali, risente maggiormente delle oscillazioni di personale, della dipendenza da prestazioni esterne e dell’esiguità dei numeri.
Il documento di Agenas indica anche la direzione: standard chiari → miglioramenti misurabili; monitoraggi costanti → riallineamento degli indicatori; audit tecnico → correzione delle criticità.
Il Pne 2025 consegna al Molise un quadro fatto di luci e ombre: luci: miglioramento del San Timoteo, indicatori chirurgici più stabili, progressi nella bassa complessità; ombre: volumi insufficienti in alta complessità, fragilità sui tempi delle urgenze, ostetricia da riequilibrare; opportunità: audit aperto, strumento strutturale per correggere la rotta e rafforzare la programmazione regionale.
Come evidenzia l’Agenzia ministeriale di supporto ai Servizi sanitari regionali, un modello basato su standard chiari e verifiche tecniche può rappresentare una chance reale per colmare il divario e restituire ai cittadini una rete più sicura, moderna e coerente.

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