Tiene banco il dibattito sull’emergenza cinghiali in Molise. Alla riflessione a firma di Manuele Tancredi pubblicata ieri ha replicato nelle scorse ore la Lav, respingendo l’accusa di aver espresso una posizione ideologica (ha diffidato il governatore ad annullare il piano straordinario di abbattimento approvato di recente, ndr).
Un piano, ribadisce l’associazione, che «prevede di mandare a morte un numero imprecisato di animali selvatici».
«Evidentemente il signor Tancredi non ha letto la nostra diffida, altrimenti si sarebbe reso conto che la questione alla base della nostra richiesta non ha nulla a che vedere con l’ideologia, quanto piuttosto con il rispetto delle norme che regolano la vita civile e democratica di noi umani», dichiara Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici della Lega anti vivisezione.
È il mancato rispetto della legge, conferma l’associazione, che ci ha spinto a inviare la diffida contro una delibera che «rappresenta una violazione dell’articolo 9 della Costituzione e che non riguarda solo i cinghiali, ma una moltitudine di specie: daino, cervo, capriolo, nutria, coniglio selvatico, minilepre, istrice e tasso, volpe, colombo di città, tortora dal collare orientale, cornacchia grigia e gazza, cormorano, storno, parrocchetto dal collare. Continuare a proporre l’uccisione dei cinghiali significa quanto meno dimostrare la mancata conoscenza del tema. Infatti, fin dal 2005 i cinghiali possono essere cacciati in qualsiasi ora del giorno (e della notte) e senza alcun limite annuale, tuttavia i problemi loro imputati non sono affatto diminuiti. Lo conferma uno studio di Ispra presentato nel 2023, nel quale si afferma che tra il 2015 e il 2021 le uccisioni di cinghiali sono aumentate di ben il 45% e nonostante ciò, le lamentele degli agricoltori per i danni patiti non accennano a diminuire».
Rispetto agli incidenti stradali causati dagli animali selvatici, a disposizione ci sono i dati dell’Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale (Asaps) pubblicati e riguardanti gli incidenti che hanno coinvolto animali (domestici e selvatici). Non sono disponibili i dati suddivisi per singola regione, evidenzia la Lav, ma ciò che emerge dalla lettura di quelli nazionali è un sostanziale ridimensionamento del problema come in generale percepito dai cittadini. Nel 2023 gli animali (di qualsiasi specie) sono stati coinvolti nello 0,12% degli incidenti totali (con e senza conseguenze per le persone).
Il confronto con le cause di incidente riconducibili a comportamenti umani – fa rilevare l’associazione – è invece impietoso: infatti tra il 2019 e il 2023 l’Istat ha registrato che mediamente il 38,5% degli incidenti è da ricondurre a distrazione, mancata precedenza e velocità eccessiva, tutti comportamenti che potrebbero essere evitati semplicemente rispettando il Codice della strada.
«Dopo decenni di massacri a colpi di fucile, che oggi dimostrano tutta la loro inefficacia, l’unica soluzione che può favorire la convivenza pacifica fra gli animali selvatici e le attività umane che si realizzano sui loro territori, è rappresentata dalla ricerca scientifica sulla riduzione della fertilità. Ed è in questa direzione che le amministrazioni dovrebbero investire senza più perdere tempo prezioso concedendo spazio ai cacciatori e ai loro interessi», conclude la Lav.

























