La Sezione regionale di controllo per il Molise della Corte dei conti, nell’udienza pubblica di ieri mattina nell’Aula Magna del Convitto “Mario Pagano”, ha parificato il Rendiconto generale della Regione relativo agli esercizi finanziari 2023 e 2024.
Un risultato molto atteso dai vertici di Palazzo Vitale, all’adunanza erano presenti il governatore Francesco Roberti che ha preso la parola al termine della discussione e l’assessore al Bilancio Gianluca Cefaratti, che hanno positivamente commentato la decisione della magistratura erariale. Dal suo insediamento nell’estate del 2023, l’amministrazione Roberti è stata impegnata in maniera significativa, a tratti totalizzante, sulla correzione formale dei precedenti consuntivi (alcuni annullati dalla Corte costituzionale) e sul riallineamento dei documenti contabili. Un confronto, quindi, continuo e costante – che non ha risparmiato contenziosi definiti però nella cornice del rispetto delle competenze delle due istituzioni – che ha portato alla parifica di ieri. «Ricordiamoci che Roma non fu costruita in un giorno», ha detto il governatore rivendicando gli sforzi e dando atto alla Corte di un proficuo e sano affiancamento. Rimettere in sesto il bilancio, anche solo dal punto di vista formale, vuol dire che si può investire, sostenere le imprese e costruire infrastrutture, ha aggiunto il presidente della Regione.
Nella relazione di accompagnamento al giudizio della presidente della Sezione di controllo, Anna Bombino, si trovano anche gli approfondimenti per settore dei referendari Ruben D’Addio, Emanuele Petronio e Filippo Maria Salvo.
Restano criticità, al netto della parificazione dei due rendiconti, soprattutto nella sanità. «L’analisi a consuntivo 2023 – si legge nel documento – mostra un disavanzo di oltre 41 milioni di euro. A fine 2024 risulta un disavanzo di oltre 72 milioni di euro, da cui una perdita complessiva non coperta al 31 dicembre 2024 di oltre 166 milioni di euro. Anche per il 2024 sono scattate le condizioni di automatismo fiscale di incremento delle aliquote Irap e addizionale regionale Irpef per l’anno d’imposta 2025. In conclusione, a fine 2024, la Regione Molise continua a registrare rilevanti disavanzi di gestione, nonostante i cospicui aiuti finanziari dello Stato e delle altre Regioni». Il Molise dal 2007 è in Piano di rientro dal disavanzo sanitario e dal 2009 in regime commissariale.
«Si condivide – prosegue il documento – quanto rilevato dai Tavoli Tecnici di settore sull’esigenza di approntare con urgenza tutte le misure necessarie a riportare la programmazione strutturalmente in pareggio e ad avviare un percorso di efficientamento del Servizio sanitario regionale al fine di garantirne la sostenibilità nel tempo per poter garantire correttamente i Livelli essenziali di assistenza. Si richiama anche la necessità di un efficace governo degli erogatori privati accreditati, che non possono ritenersi estranei ai vincoli di sostenibilità dell’intero Sistema sanitario regionale».
Un corposo capitolo sulla sanità è contenuto, insieme ad altre analitiche valutazioni, anche nella relazione del procuratore regionale Antonio D’Amato.
Interessante, e per l’amministrazione di Palazzo Vitale preoccupante, la situazione relativa alla finanza derivata, i contratti di swap. Nel biennio 2023-2024, attesta la Corte dei conti, «gli swap hanno prodotto interessi positivi (terza colonna), che sono andati a decrementare parzialmente il pesante impatto (quarta colonna) degli interessi negativi a loro volta prodotti dalle obbligazioni sottostanti (seconda colonna). Tuttavia, questo effetto positivo è anche connesso alla progressiva diminuzione del capitale da restituire.
Se non altro, dunque, negli anni 2023 e 2024 si è verificato un miglioramento rispetto alle annualità precedenti, nelle quali gli swap hanno prodotto interessi negativi in aggiunta agli interessi (negativi) dei prestiti obbligazionari. Tuttavia, è la posizione complessiva a risultare fortemente negativa, essendosi sinora verificati esborsi complessivi per la Regione pari ad euro 111.714.341,14, a fronte di flussi positivi pari ad euro 15.815.448,52». Cifre che non hanno bisogno di ulteriori commenti. Solo, questo sì, l’invito rivolto dai magistrati contabili alla Regione «a dotarsi di un più idoneo accantonamento, finalizzato a mitigare il più possibile gli effetti dell’andamento degli swap». E la conclusione che «pur registrando il dato positivo dell’operatività degli swap negli anni 2023 e 2024, i contratti in strumenti derivati sono ancora oggi fonte di una quota rilevante dell’indebitamento complessivo ed hanno generato, nel corso dei 20 anni monitorati, “uscite” pari a circa il 650% delle “entrate” ed un differenziale complessivo a debito della Regione per euro 95.980.249,82».
Rilievi critici anche per quanto riguarda le società partecipate. Manca, in sintesi, l’effettiva ricognizione e quindi uno stato dell’arte.
r.i.

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