L’analisi della mobilità sanitaria fra Regioni per sottoporsi a intervento chirurgico per il trattamento del tumore della mammella indica ancora una volta differenze sostanziali tra Nord e Sud.
Fra il 2010 e il 2023 tutte le regioni del Sud mostrano indici di fuga superiori rispetto alla media nazionale, con Calabria, Basilicata e Molise che presentano i livelli più alti.
Questo il quadro che emerge dal rapporto “I numeri del cancro in Italia” presentato due giorni fa a Roma. Il Molise, inoltre, è caratterizzato da tassi di fuga alti con un trend in aumento fino agli anni della pandemia e una successiva riduzione nel 2022 e 2023, per assestarsi su valori comunque elevati, con un indice di fuga nel 2023 pari al 36,33%.
Lo studio è stato realizzato dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Associazione italiana Registri tumori, Fondazione Aiom, Osservatorio nazionale screening, Passi, Passi d’argento e Società italiana di anatomia patologica e di citologia diagnostica.
Dalla ricerca emergono, però, anche buone notizie. Calano infatti ancora i decessi da tumore in Italia, soprattutto per neoplasie sino ad oggi considerate “big killer” come il cancro al polmone (-24% dal 2014 al 2024) e al colon retto (-13%): complessivamente, in dieci anni si registra il 9% di morti in meno, mentre restano stabili le diagnosi stimate nel 2025 rispetto a quelle del ‘24, pari a circa 390mila.
Sono dati migliori della media Ue e si traducono in una sopravvivenza a 5 anni più alta nei carcinomi più frequenti. Migliora anche l’adesione agli screening, triplicata nel Meridione dal ‘20 al ‘24.


























