A Natale, comprate sotto casa. È l’invito rinnovato da Confcommercio Molise per le festività 2025, anno in cui è risalito il clima di fiducia secondo le ultime rilevazioni dell’Ufficio Studi dell’organizzazione.
Anche per questo, il consiglio è di premiare le eccellenze territoriali poiché la reputazione del Molise e la sopravvivenza dei suoi centri storici dipendono direttamente dai comportamenti dei consumatori. Scegliere i piccoli commercianti e gli artigiani locali significa generare valore reale sul territorio e sostenere le famiglie che ne costituiscono l’ossatura.
Nonostante questi indicatori positivi, Confcommercio Molise pone con estrema urgenza all’attenzione del governo regionale e degli amministratori locali il dramma della desertificazione commerciale. «La perdita progressiva dei negozi di prossimità non rappresenta soltanto una ferita alla filiera economica – evidenziano dall’associazione di categoria – ma lo smantellamento dell’ecosistema sociale: meno saracinesche alzate significano meno servizi essenziali, un minore presidio del territorio e un inevitabile calo dell’attrattività residenziale. Quando un comune perde il proprio tessuto commerciale, perde le sue funzioni vitali. Per questo motivo, la Confederazione chiede misure strutturali che rendano sostenibili le attività nei borghi, incentivino nuove aperture e accompagnino la transizione digitale delle micro-imprese. In centri come Campobasso e Isernia è necessaria una manutenzione straordinaria che passi attraverso la rigenerazione degli spazi, la riconversione dei locali sfitti e politiche di mobilità che rendano il cuore delle città nuovamente competitivo rispetto alle grandi piattaforme online».
Per Confcommercio, occorre sviluppare un partenariato reale e continuo tra soggetti pubblici (Regione, Comuni, Università, enti e Fondazioni) e privati per promuovere i centri storici e fare del sistema delle imprese un motore di sviluppo innovativo per il nuovo ecosistema economico urbano, valorizzando cultura e turismo.
Superare, quindi, la logica degli interventi spot e avviare una stagione di politiche economiche realmente orientate alla crescita strutturale delle piccole e medie imprese, incluse quelle del turismo. «Le Pmi non chiedono misure emergenziali o frammentate, ma strumenti stabili, coerenti e integrati, capaci di accompagnare i processi di sviluppo, innovazione e consolidamento nel medio-lungo periodo. Una crescita vera e duratura passa necessariamente da interventi costruiti ascoltando le reali esigenze delle imprese, valorizzando il confronto costante con il partenariato economico-sociale e promuovendo una programmazione condivisa che tenga insieme visione, sostenibilità e impatto territoriale. Per il settore del turismo, in particolare, è fondamentale investire su qualità dell’offerta, competenze, infrastrutture materiali e immateriali, accesso al credito, digitalizzazione e destagionalizzazione, evitando azioni episodiche che non producono effetti duraturi. Servono politiche che mettano le imprese in condizione di pianificare, investire e crescere, riducendo l’incertezza e rafforzando la capacità competitiva dell’intero ecosistema territoriale. Solo attraverso una governance multilivello e una cabina di regia condivisa sarà possibile trasformare le risorse pubbliche in una leva di sviluppo reale».
E, ancora, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale come alleato del negozio di prossimità. «Anche una piccola bottega di Campobasso o Isernia può utilizzare strumenti di IA per gestire magazzini e scorte con precisione, o per fidelizzare i clienti attraverso il marketing predittivo, offrendo promozioni su misura. L’IA facilita inoltre la gestione della multicanalità, permettendo al commerciante di essere presente sul web senza sottrarre tempo prezioso all’accoglienza fisica in negozio».
Infine, servono politiche che agevolino il ricambio generazionale (programmi di mentoring e formazione che affianchino l’esperienza dei titolari “over” alla competenza digitale degli “under”, agevolazioni fiscali e burocratiche per i giovani che decidono di rilevare attività esistenti).
Confcommercio quindi ribadisce a livello locale le proposte operative dell’organizzazione nazionale: riduzione del cuneo fiscale per le imprese che assumono e stabilizzazione delle aliquote agevolate per le micro-imprese; potenziamento del sistema dei Confidi per garantire liquidità immediata alle Pmi; finanziamenti strutturali per la creazione di aree urbane integrate dove pubblico e privato collaborino per l’attrattività; credito d’imposta per compensare l’aumento dei costi delle materie prime che soffocano l’artigianato locale (come cacao, uova e mandorle nel settore dolciario, che hanno subito rincari fino al 60%).


























