Il Molise, al popolo dell’Expo, piace assai. Lo dicono i numeri: 5mila visitatori dello spazio in poco più di tre giorni di apertura (l’inaugurazione c’è stata venerdì ma erano già le 18). Lo dice l’entusiasmo che gli organizzatori registrano.

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Chi entra per scoprire una terra che per slogan ha scelto ‘fuori dai luoghi comuni’ lo fa con curiosità. Perché non conosce il Molise. Un luogo comune – la retorica domanda ‘ma il Molise esiste?’ – ma pure una constatazione di fatto che all’esposizione universale può diventare punto di forza. Dentro lo spazio, si va dalla storia antica di secoli e millenni – i visitatori sono rapiti dalla statuetta rinvenuta in una ricca sepoltura a Ururi (una biga in terracotta con auriga e cavalli al galoppo) alle più moderne tecnologie che permettono di sentirsi ‘avvolti’ nel mare di Termoli per esempio.

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Al reperto già definito “eccezionale” dagli archeologi è dedicata un’area specifica. Accanto alla quale c’è la sezione del racconto con tecnologia Kinect. È l’ultima stanza, dotata di un rilevatore per la mappatura dei movimenti e a seconda che ci si posizioni sull’uno o l’altro elemento (aria, acqua, fuoco e terra) lo schermo cambia l’immagine. Da cui ci si sente, per le dimensioni dello schermo, avvolti.

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Nei suoi 200 metri quadrati, lo spazio del Molise presenta il meglio di quanto può offrire la regione, dai luoghi storici alle tradizioni, passando per le bontà della tavola di una volta. Nello spazio molisana anche molta multimedialità, con immagini che raccontano tradizioni millenarie come la Ndocciata e luoghi di grande suggestione come le zone archeologiche di Sepino e Pietrabbondante. Infine le campane della millenaria fonderia pontificia di Agnone e le zampogne di Scapoli.

Chi entra resta affascinato, con la voglia di saperne di più. Tante le prese di contatto, le richieste di informazioni. Impazzano i selfie davanti alla Porta Bovianum, la riproduzione della porta di Altilia da cui si entra nello stand. Si trova in una posizione particolarmente felice, dà sul Cardo che porta all’albero della vita, il punto più trafficato dell’Expo. I visitatori sono soprattutto italiani, ma anche inglesi e francesi. Mentre il primo a firmare il guestbook elettronico è stato un cinese.

Non mancano le polemiche sulla presenza del Molise all’Expo. Sull’organizzazione del viaggio e della trasferta di una nutrita delegazione di cronisti, rappresentanti istituzionali, storici, protagonisti della vita sociale ed economica della regione. Dal menu della cena agli inviti dell’ultimo minuto che qualcuno lamenta, dalle file ai ritardi in un caldo impietoso. Un giro sui social sarà esaustivo del clima. “Ho organizzato la settimana del Molise e le trasferte nel massimo rispetto di tutti. Per cui accetto anche le critiche, ogni cosa è migliorabile”, commenta il governatore Paolo Frattura. “Mi dispiace – aggiunge – quando la critica arriva da chi si aspetta un tornaconto personale in assenza del quale si lascia andare a facili commenti”. Invece è “molto contento delle presenze” il presidente della Regione. “Soprattutto del ritorno che siamo già in grado di toccare con mano. Chi entra nel nostro spazio chiede informazioni, lascia i propri numeri, dimostra concretamente interesse. Sono convinto, come ho detto all’inaugurazione, che abbiamo tutte le carte in regola per avere successo all’Expo”. Siamo i più ‘slow’, così venerdì il governatore. “In nessun altro posto tradizione e innovazione si coniugano con la stessa facilità”. Un dato alla base della filosofia che vede il cibo – dalla materia prima al prodotto finito – come nutrimento, per il corpo e per l’anima.

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