Mancherebbe solo il passaggio delle consegne. Quello materiale. Perché quello formale in realtà c’è stato. Tre i decreti che trasferiscono la proprietà dei beni della filiera avicola molisana messi in vendita con un lotto unico (che però è il primo, ce n’è un secondo che riguarda la parte dello stabilimento di Bojano dedicata alla divisione alimentare) ad Agricola Vicentina del gruppo Amadori. Firmati dal giudice delegato, sono in attesa di essere solo registrati.
Le pratiche sono state avviate. Amadori, quindi, è alla fine il nuovo proprietario dell’incubatoio di Bojano, dei centri di allevamenti che erano della Gam e del macello, una sezione del complesso industriale di Monteverde.
A inizio novembre l’aggiudicazione, all’esito del bando dei tre curatori delle società ex Arena (e non solo): vale a dire Agria Holding, Gam e Logint.
Il prezzo offerto dall’azienda di Cesena – 9 milioni e 100mila euro – è stato saldato il 7 marzo, dopo mesi di trattative con i sindacati e la Regione al ministero dello Sviluppo. Gli accordi, siglati il 28 febbraio al Mise, prevedono una ripartenza scaglionata: 10 mesi dall’avvio della ristrutturazione per l’incubatoio, due anni per i centri allevamenti, almeno 36 mesi per lo stabilimento di produzione. Sul fronte occupazionale, cambierà radicalmente il metodo: solo il 10% delle 170 unità complessive previste a regime per tutti e tre gli asset sarà a tempo indeterminato, gli altri saranno contrattualizzati con la forma dell’avventiziato (agricolo o delle cooperative di produzione).
È il metodo di Amadori e, in genere, del comparto. È quello che l’impresa ha dichiarato sia sostenibile. L’investimento complessivo, 38 milioni, sarà sostenuto al 40% da capitale pubblico (Regione e Mise). In Molise, il colosso romagnolo ha dichiarato di puntare sulle produzioni di qualità, dal biologico all’antibiotic free.
Ieri a Bojano c’erano i responsabili tecnici del gruppo di Cesena. Un briefing ormai operativo.
Trapelano intanto indiscrezioni su un incontro che dovrebbe tenersi a breve, probabilmente entro questa settimana, fra i nuovi detentori della filiera avicola molisana – forse proprio un rappresentante della famiglia Amadori (nella foto Flavio, presidente del gruppo, e l’ad Romani) – e l’arcivescovo di Campobasso-Bojano.
Quella della Gam è stata una delle vertenze che Bregantini ha seguito con maggiore attenzione e dedizione in questi anni, incontrando i numerosi imprenditori che hanno negli anni manifestato interesse a rilevare il comparto. Secondo i rumors si appresterebbe, nelle prossime ore, a dare la sua ‘benedizione’ ai proprietari venuti dalla rossa Romagna.

Un Commento

  1. Mara Iapoce scrive:

    Finalmente!! Adesso, Molise tutto, fatti da parte, lasciali lavorare ed osserva come si fa impresa. Lo dico a tutte le Cassandre che non sanno neanche lontanamente che cosa voglia dire fare impresa, a quei movimenti politici che sono stati capaci di dissuadere colossi della chimica dal potenziare i propri investimenti nel termolese, a quei puristi che di puro non hanno nulla perché non sanno che cosa significhi gestire il personale, investire, proiettarsi verso l’esterno, sia su scala nazionale che internazionale. Fateli lavorare ed imparate!!

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