Il tema è di stringente attualità ed è stato al centro di un corso di formazione organizzato dall’associazione “Proteo Fare Sapere “ Abruzzo Molise che ha reso noti i risultati dell’indagine effettuata nella scorsa primavera tra i docenti impegnati nella didattica a distanza. Non a caso il titolo, «La scuola “restata a casa”. Organizzazione, didattica e lavoro durante il lockdown per la pandemia di Covid 19», richiama tutte le difficoltà nelle quali si sono trovati a lavorare i docenti e, probabilmente, si troveranno a breve. Oltre 110 docenti hanno preso parte ai lavori introdotti dal presidente interregionale di Proteo, Sergio Sorella per il quale il tema della DaD è da collocare sul versante del diritto all’istruzione «che rischia di essere ridotto drasticamente impoverendo ulteriormente la società ed aumentando le diseguaglianze sociali e culturali». I dati fondamentali emersi dalla ricerca sui docenti: la DaD, che non può sostituire la didattica in presenza, ha avuto un impatto negativo sulle condizioni di lavoro per la maggior parte degli intervistati. Quali gli effetti della didattica a distanza? Aumento significativo degli impegni professionali che ha penalizzato molto di più le docenti rispetto ai colleghi; mancato coordinamento tra dirigenti e docenti visto che in molti casi la DaD è stata definita unilateralmente senza condivisione; iniziative insufficienti di formazione per i docenti con carenze e, soprattutto nella scuola primaria, è mancata la formazione specifica. Inoltre, la stragrande maggioranza dei docenti ha dovuto usare un proprio dispositivo, spesso condiviso con altri membri della famiglia. Ma il dato allarmante è un altro, e fa il paio con il digital divide: con la DaD più di un terzo gli studenti della propria classe non è stato raggiunto. I docenti, però e per fortuna, non si sono arresi e si sono «mobilitati» per assicurare la continuità della didattica. Di contro la DaD è però la soluzione necessaria per fronteggiare l’emergenza. Inevitabile, certo, ma comunque caratterizzata dalla sua temporaneità. I lavori sono stati chiusi da Pino La Fratta, coordinatore della Flc Cgil Abruzzo Molise, che ha ribadito l’impegno del sindacato a incalzare il Governo perché vengano affrontate le criticità che impediscono agli studenti di fare scuola in presenza ed ha proposto una piattaforma di richieste in merito alle regole contrattuali da stabilire in caso di ulteriore DaD, a partire dall’orario di lavoro, dalla sicurezza e dal diritto alla disconnessione.

























