«È così che si muore? È così che devo morire?». Il padre di Rocco Lombardi è deceduto nel reparto Covid del Cardarelli. L’ultimo messaggio spedito al figlio è una sequenza di lettere senza senso. «Non riusciva più neanche a scrivere». Aveva sete, racconta nella videoconferenza stampa convocata per presentare il Comitato verità e dignità, e «neanche in punto di morte gli hanno dato l’acqua».
Per chiamare gli operatori sanitari i pazienti devono usare un numero di telefono, prosegue Rocco. Ma spesso medici e infermieri non arrivano. Sono pochi e ci sono tanti pazienti. In reparto restano poco tempo. «Dopo mesi è possibile che siamo ancora a questo?».
È la domanda che accomuna i componenti del comitato, già una ventina, che hanno perso un padre, una madre, una nonna, una persona cara di cui non hanno avuto più che poche e atroci notizie dal ricovero in poi. La malattia, la terapia con l’ossigeno a pressione, i dpi da indossare e le accortezze da tenere per evitare il contagio: tutto vero e tutto tremendo. Ma l’assistenza, e l’umanità dell’assistenza, l’hanno vista sparire. Hanno visto sparire i loro familiari nell’ospedale individuato come hub per la pandemia ma che è unico hub regionale anche per le patologie tempo dipendenti. E allora una delle prime domande che il comitato, assistito dall’avvocato Vincenzo Iacovino, pone è sull’organizzazione della gestione dell’emergenza da parte di Regione e Asrem.
La madre di Nadia Perrella era ospite della casa di riposo di Bojano. Quando, positiva al virus, le sue condizioni si sono aggravate l’Usca ha chiesto il ricovero. L’ambulanza con lei dentro ha aspettato l’ok di Campobasso due ore e mezzo davanti alla casa di riposo. «È stata poi due giorni in pronto soccorso e infine in malattie infettive. Cinque giorni è durata. Raccontano che ci sono posti letto e che è tutto è a posto, invece non è a posto niente. E i medici ci hanno detto di essere al limite». In otto mesi, lamenta anche lei, non è stato fatto nulla.
Dal Forum al comitato Basso Molise bene comune, tante sigle che in questi anni si sono opposte al riordino della sanità hanno partecipato alla conferenza. Né sono mancate critiche squisitamente politiche. Non dai parenti delle vittime, naturalmente. Che chiedono solo la verità sulla gestione dell’emergenza Covid e che ai loro cari venga restituito ciò che è stato tolto: «Sono morti senza dignità».
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