Assolta con formula piena. E insieme a Nunzia De Girolamo sono stati assolti anche gli altri sette imputati del processo che si è chiuso ieri a Benevento.
Per l’ex ministra del governo Letta, che si dimise proprio quando si seppe dell’indagine che riguardava la gestione dell’Asl di Benevento, la pm aveva chiesto 8 anni e tre mesi. Il collegio, tre donne, presieduto da Daniela Fallarino ha ritenuto che invece il fatto non sussista.
Insieme a De Girolamo, sono stati scagionati in primo grado Luigi Barone (attuale presidente del consorzio Asi di Benevento), Giacomo Papa, Felice Pisapia (all’epoca direttore amministrativo dell’Asl sannita che consegnò agli inquirenti registrazioni di colloqui avvenuti in casa dell’ex ministra), l’ex dg dell’azienda sanitaria Michele Rossi, Gelsomino Ventucci e Arnaldo Falato.
Le accuse che erano state mosse, a vario titolo, riguardavano «associazione a delinquere, concussione, tentata concussione, abuso d’ufficio, tentato abuso d’ufficio». I giudici Fallarino, Simonetta Rotili e Francesca Telaro non hanno però riconosciuto l’impianto accusatorio che contestava nomine, consulenze e appalti utilizzati, secondo il pm, per creare consenso elettorale. L’inchiesta risale al 2012 e fu innescata dalla denuncia dell’ex dg Rossi. Il verdetto dopo ore di camera di consiglio.
«Finisce un incubo durato sette anni», il primo commento di Nunzia De Girolamo lasciando il palazzo di giustizia di Benevento. «Mi sono dimessa da ministro senza mai essere indagata. Ho avuto grandissime sofferenze, ma mi sono sempre difesa nel processo, mai dal processo. Questa – ha aggiunto – è la prima volta che parlo, dopo tanti anni in cui ho sempre avuto paura non della magistratura, ma delle persone cattive che purtroppo popolano spesso alcuni ambienti, soprattutto quelli politici da cui io vengo. Penso che oggi abbia vinto la giustizia e queste donne, questo collegio di donne mi restituisce una grande forza, una grande fiducia e la voglia di continuare a fare battaglie che ho sempre ritenuto giuste».
Amico e collaboratore da anni di De Girolamo, l’ha anche coadiuvata in Molise quando è stata commissario di Forza Italia, l’avvocato Giacomo Papa oggi è consigliere giuridico del presidente della Regione Toma. Gli ultimi mesi sono stati quindi particolarmente difficili, culminati con la requisitoria del pm, assai severa nella ricostruzione della vicenda e nelle richieste. E con la fisiologica esposizione mediatica. Nessuna gioia sopra le righe nel commento del legale ormai molisano d’adozione. Piuttosto un passo importante verso il recupero della serenità. «Abbiamo una giustizia che, anche se in ritardo, riesce a porre rimedio agli errori commessi all’inizio di questa vicenda. La priorità – sottolinea – però deve restare quella di evitare gli errori giudiziari. La giustizia oggi ha vinto in questo senso per me: il sistema ancora regge ma è troppo fallace. Perché nessuno mi restituirà sette anni di vita».
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