Dignità del lavoro e rinascita del settore avicolo molisano. Sono queste le richieste che i lavoratori della Gam e le organizzazioni sindacali hanno portato all’attenzione della Regione durante il presidio di ieri mattina di fronte a Palazzo Vitale.
Chiuse le strade che portavano alla ristrutturazione del macello matesino da parte del gruppo Amadori, che ad aprile 2019 dichiarò il proprio disinteresse all’operazione in una riunione al Mise, c’è ancora l’ipotesi della realizzazione di un nuovo impianto produttivo da parte della cooperativa Tripla A.
Nel frattempo, scaduta a novembre la cassa straordinaria per gli oltre 200 operai e impiegati, le maestranze hanno potuto beneficiare di una prima tranche di cassa Covid, che termina a fine mese. Il governo Conte ha annunciato una proroga degli ammortizzatori legati all’emergenza sanitaria fino al 31 marzo. Ma è da verificare. Soprattutto, per avere il tempo necessario al rilancio, c’è bisogno di un rifinanziamento dell’area di crisi complessa che sostenga il prolungamento della Cigs.
C’è dunque, di nuovo, tensione e preoccupazione fra i lavoratori dell’azienda di Bojano. Dopo il presidio, sono stati ricevuti nel piazzale antistante la giunta, dall’assessore al Lavoro in quota Lega Michele Marone. Indicazioni dovranno arrivare dal governo centrale, ha spiegato Marone, dal momento che «siamo in attesa di risposte da parte del ministero dello Sviluppo economico. Inoltre, chiederemo al governo il rispetto dell’annuncio delle 12 settimane previste per l’erogazione della cassa Covid, affinché la garantisca attraverso una norma. Nella bozza della legge di bilancio però la cassa Covid non è prevista, ma confido in una sua futura previsione per aiutare centinaia di lavoratori. Occorre – ha proseguito Marone – stimolare il Mise per ricevere risposte concrete da Amadori o da chiunque abbia intenzione di intervenire nel contratto di sviluppo, per il quale nel corso della riunione tenutasi al Ministero in videoconferenza era presente anche il rappresentante di Invitalia, che si è detto disponibile a rimodulare il contratto. Non esiste solo il gruppo Amadori – ha concluso l’assessore al Lavoro – Le proposte sono arrivate e due players si sono fatti avanti. Ora bisogna concretizzare».
Tutti questi sforzi però si focalizzano su un ammortizzatore sociale come la cassa Covid, prevista per 12 settimane, che se da un lato potrà aiutare decine di lavoratori molisani in difficoltà, dall’altro sembra non intervenire sul vero problema. Le politiche attive del lavoro passano infatti dal rifinanziamento dell’area di crisi complessa e dal rilancio effettivo della filiera avicola molisana. Di tutto si discuterà nell’incontro previsto per martedì 15 dicembre tra l’assessore regionale al lavoro Michele Marone, il Mise, i sindacati e le rsu. Da queste in particolare, e dai singoli lavoratori, arriva l’ennesimo allarme. «Restiamo assolutamente preoccupati per il futuro. Vogliamo, come abbiamo tante volte ribadito, tornare a lavorare e produrre e non vivere di ammortizzatori», la sintesi di Giancarlo D’Ilio.
red.pol.

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