È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 4 dicembre il decreto con cui il governo nazionale ha stanziato 210 milioni di euro di contributi a fondo perduto per sostenere le piccole imprese artigianali e commerciali di 3.101 comuni periferici italiani, quelli che hanno meno di 5.000 abitanti. «Un provvedimento importante per le aree interne del Paese che da decenni combattono lo spopolamento», il commento del deputato molisano dei 5 Stelle Antonio Federico.
I fondi saranno spalmati in tre anni, il totale destinato al Molise ammonta a 6.002.513 euro.
Il contributo medio nazionale è di 43.000 euro per i comuni con meno di mille abitanti, 71.000 euro per quelli tra 1000 e 2000 abitanti, 100.000 euro per i comuni tra 2.000 e 3.000 abitanti e 142.000 euro per i centri con popolazione compresa tra 3.000 e 5.000 abitanti. L’ammontare è calcolato in proporzione alla dimensione del comune e in base a criteri di perifericità.
Il sostegno economico – spiega ancora il parlamentare pentastellato – può essere destinato alle spese di gestione e alle iniziative che agevolino la ristrutturazione, l’ammodernamento, l’ampliamento per innovazione di prodotto e di processo di attività artigianali e commerciali, incluse le innovazioni tecnologiche indotte dalla digitalizzazione dei processi di marketing online e di vendita a distanza. Il tutto, attraverso l’attribuzione alle imprese di contributi in conto capitale o l’erogazione di contributi a fondo perduto per l’acquisto di macchinari, impianti, arredi e attrezzature, ma anche per investimenti immateriali, opere murarie e impiantistiche necessarie ad installare e collegare i macchinari e i nuovi impianti produttivi acquisiti.
Per accedere ai contributi, però, bisogna attivarsi subito. Una nota esplicativa di Uncem specifica che «l’articolo 7 del decreto dispone che il contributo è revocato, integralmente o parzialmente, nel caso di mancato o parziale utilizzo, verificato attraverso il monitoraggio di cui al precedente articolo 6, entro sei mesi dalla conclusione dell’annualità di riferimento. Ossia l’utilizzo (e vale anche il solo impegno dei fondi non essendovi specificazione diversa) deve avvenire entro sei mesi dal 31/12/2020».
«Vuol dire che, per l’annualità 2020, le risorse non devono essere assegnate e spese dalle attività economiche per forza entro il 31 dicembre. Tuttavia serve fare un primo passo. Per questo faccio appello ai sindaci dei piccoli comuni – così Federico – affinché accertino il contributo previsto in una variazione di bilancio nel mese di dicembre 2020. È infatti previsto che le variazioni di bilancio riguardanti l’utilizzo delle risorse trasferite dallo Stato connesse all’emergenza Covid possano essere varate dagli enti locali fino al 31 dicembre 2020 con delibera della giunta. In seguito alla variazione ed entro giugno 2021, il Comune potrà pubblicare il bando per assegnare le risorse e quindi realizzare i lavori che sono determinanti per accedere ai contributi previsti per le altre annualità. Insomma di tempo ce n’è, ma bisogna attivarsi già ora. Questi fondi – prosegue – rappresentano un’opportunità importante per i piccoli comuni e con questo provvedimento il governo riconosce il valore non solo economico, ma anche sociale, di chi lavora e mantiene vivi i territori a bassa densità abitativa, ma nei quali risiedono circa 4 milioni di italiani e operano oltre 200.000 attività. Tutela e sviluppo delle aree interne sono quindi passaggi obbligati per garantire la ripresa dell’intero Paese e rilanciarne l’economia reale».

























