Indice Rt del Molise, nell’ultimo monitoraggio sulla settimana dal 30 novembre al 6 dicembre, a 1.45. Più alto rispetto al report precedente (era 1.38) ed è l’unico in Italia sopra 1.
Ma il rischio, per la regione, passa da moderato a basso perché non ci sono ‘spie rosse’ riguardanti l’occupazione dei letti (quella delle terapie intensive in particolare è tornata sotto la soglia di allarme).
Nel complesso, dati positivi emergono dal rapporto Iss-ministero della Salute di ieri (dati aggiornati al 9 dicembre) che sarà illustrato in conferenza stampa oggi. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.663 (01/12/2020) a 3.345 (08/12/12); anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è diminuito passando da 32.811 (01/12/2020) a 30.081 (08/12/2020). Sebbene si osservi una diminuzione significativa dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni (454,70 per 100.000 abitanti nel periodo 30/11/2020-06/12/2020 contro 590.65 per 100,000 abitanti nel periodo 23/11/2020-29/11/202), il valore è ancora molto elevato.
L’incidenza rimane cioè ancora «troppo elevata per permettere una gestione sostenibile». Pertanto, si legge nel monitoraggio, «è necessario mantenere i livelli di trasmissibilità significativamente inferiori a 1 su tutto il territorio nazionale consentendo una ulteriore diminuzione nel numero di nuovi casi di infezione e, conseguentemente, una riduzione della pressione sui servizi sanitari territoriali ed ospedalieri».
«Questa settimana si osserva una leggera diminuzione dell’incidenza dei casi di Covid-19, però rimane elevata intorno a 450 casi per 100mila abitanti. Addirittura in alcune aree del Paese si nota un aumento dell’incidenza stessa. Rimane al di sopra della soglia critica il tasso di occupazione sia in area medica che in terapia intensiva. Quindi nonostante una leggera diminuzione dell’Rt, intorno 0,82 è necessario che i cittadini continuino a mantenere comportamenti estremamente prudenti evitando aggregazioni. Allo stesso tempo le amministrazioni devono vigilare e mantenere alto il livello di allerta», ha detto il direttore della Prevenzione del Ministero Gianni Rezza.
Quattordici Regioni sono classificate a rischio moderato di una trasmissione di SarsCov2. Di queste, nessuna ha una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese nel caso si mantenga invariata l’attuale trasmissibilità. Due Regioni sono classificate a rischio basso (Molise e Basilicata) e cinque a rischio alto: si tratta di Emilia Romagna, Puglia, Sardegna, Veneto ed Emilia Romagna.
In 16 Regioni, inoltre, si evidenzia un «impatto alto» sui servizi sanitari per sovraccarico di terapie intensive e area medica, per evidenza di nuovi focolai (in Rsa, case di riposo, ospedali o luoghi con popolazione vulnerabile) e per nuovi casi segnalati. Si tratta di Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Bolzano, Trento, Puglia, Sardegna , Toscana, Umbria e Veneto.
«Si raccomanda alle cinque Regioni che sono ancora classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile di adottare rapidamente misure di mitigazione come indicato nel documento “Prevenzione e risposta a Covid-19”. L’incidenza ancora troppo elevata – rileva l’Iss – e l’attuale forte impatto sui servizi sanitari richiedono di attendere prima di considerare un rilassamento delle misure di mitigazione, ivi comprese quelle della mobilità, oltre alla necessità di mantenere elevata l’attenzione nei comportamenti».

























