A gennaio 2020 la popolazione del Molise era di 302.265 abitanti. Sette mesi dopo, a luglio, è scesa sotto la soglia psicologica dei 300mila. E ad agosto un altro leggero ribasso: 299.816 abitanti. Quindi, di 200 unità circa sotto quel limite che è stato definizione snob di chi dalla Capitale guardava verso la più giovane Regione d’Italia e poi autoironico sfottò: un quartiere di Roma.
Il saldo naturale vale a dire la differenza fra i nuovi nati e i morti, nei mesi censiti puntualmente dall’Istat col bilancio demografico (l’ultimo aggiornamento il 27 novembre), va da -217 di marzo (il picco finora più alto nel 2020 ma all’appello mancano i mesi di ottobre e novembre con l’impatto significativo della letalità del Covid in regione) a -158 di agosto. Il saldo migratorio, cioè la differenza fra chi lascia anche anagraficamente il Molise e chi invece vi si stabilisce, va da -368 di gennaio a -80 di maggio (sui dati della primavera potrebbe aver inciso anche il lockdown con l’impossibilità di spostarsi in altre regioni o altri Paesi) e in controtendenza invece ha il segno più ad agosto, unico caso in cui gli iscritti all’anagrafe hanno superato coloro che si sono cancellati (+145).
Nel complesso, in otto mesi il Molise ha perso 2.449 abitanti: quanti ne perdeva fino a poco tempo fa in un intero anno. Circa 300 persone al mese, se si mantenesse più o meno questa media per i quattro mesi restanti, ne perdAd agosto popolazione di 299.816 residenti. Dal 2017 la regione ne ha persi oltre 10mila: quanti sono a Venafroerà altri mille e anche di più. In linea con il 2019 quando il bilancio demografico ha fatto segnare, da gennaio a dicembre 3.476 residenti in meno. Nel 2018, invece, la perdita di abitanti era stata pesante ma sotto i 3mila: 2.876.
Gennaio 2017 è l’ultimo mese in cui il Molise è stato significativamente sopra i 310mila: 310.449. Più di diecimila abitanti volatilizzati in tre anni e mezzo: come se fosse sparita l’intera Venafro.
red.pol.
