Non si vede la luce in fondo al tunnel per i bambini molisani affetti da autismo e per le loro famiglie. Eppure nel marzo 2020 la sentenza del Tribunale di Campobasso ha disposto la necessità di assistenza Aba – che rientra nei livelli essenziali di assistenza – e la previsione, all’interno del piano terapeutico di cui ha confermato la validità, di cinque ore da svolgersi all’interno dell’istituto tramite ammissione di terapisti specializzati in questo metodo.
A causa delle inadempienze e dei ritardi dell’Asrem, che non ha risposto alle richieste delle famiglie che continuano quindi a pagare le prestazioni per i propri figli senza aver ottenuto alcun ristoro – la pronuncia giurisprudenziale prevede in capo all’azienda sanitaria l’obbligo di fornire la terapia o di rimborsare chi la effettua privatamente – alcuni genitori hanno avviato un dialogo con la scuola primaria Giovanni Paolo II dell’istituto comprensivo Montini di Campobasso per ottenere lì l’accesso delle terapiste. Ma, fa sapere il presidente dell’associazione Vincenzo Germano, il tentativo ha avuto esito negativo a causa di problematiche burocratiche e presunti problemi legati alla privacy.
A settembre i genitori hanno inviato richiesta formale per l’autorizzazione all’ingresso dei terapisti, fornendo tutta la documentazione. Si sono poi rivolti all’avvocato Legnini di Chieti che ha contattato l’Ufficio scolastico regionale. La dirigente dell’Usr, racconta Germano, si era «dichiarata disponibile e collaborativa nel colloquio informale avuto nei mesi precedenti (nel quale era stata già rappresentata la problematica relativa all’accesso presso l’istituto Montini ma a seguito del quale, evidentemente, non si è riuscito nell’intento collaborativo)», ora suggerisce «ai genitori di rivolgersi unicamente all’Asrem».
Di qui l’ennesima denuncia. Il presidente Germano esprime rammarico per «l’assoluta vacuità delle belle parole usate da tutti gli interlocutori istituzionali con i quali ci siamo interfacciati finora. Il termine collaborazione, del tutto abusato nei colloqui informali, si trasforma sistematicamente in una porta sbattuta in faccia nel momento di una richiesta qualsiasi, pur essendo le nostre pretese sancite da una sentenza del Tribunale. Torneremo nuovamente presso i giudici di Campobasso: non lasceremo nessuna possibilità intentata, finché le nostre finanze ce lo permetteranno – prosegue Germano – Tutto questo però non farà che accrescere la responsabilità sociale e civile degli interlocutori coinvolti a vario titolo. In uno stato diritto, vicende come la nostra non dovrebbero esistere. Al di là delle vicende giudiziarie, quello che rimarrà sarà la responsabilità di aver contribuito al disastro economico di nuclei familiari e, soprattutto, di aver colpevolmente rallentato, dietro lo schermo della burocrazia come nella più classica “storia all’italiana”, la terapia riabilitativa di bambini affetti da autismo, per la quale la tempestività è uno dei fattori chiave» conclude il presidente dell’associazione.

























