Nell’ottobre 2018 l’Istat ha avviato il censimento permanente della popolazione e delle abitazioni: la rilevazione che consente, con cadenza annuale e non più decennale, di rilasciare informazioni continue e tempestive sulle principali caratteristiche socio-economiche della popolazione che vive in Italia.
Il censimento permanente prevede un cambio di strategia rispetto alle modalità del censimento tradizionale. Esso non coinvolge più tutta la popolazione, ma solo un campione selezionato e, grazie all’integrazione dei dati raccolti tramite rilevazioni campionarie con quelli provenienti dalle fonti amministrative, è possibile tracciare un quadro completo ed esaustivo della popolazione.
Dai dati relativi agli anni 2018-2019 si evidenzia una sostanziale stabilità. Al 31 dicembre 2019, la popolazione censita in Italia è di 59.641.448 residenti, circa 175mila persone in meno rispetto al rilevamento del 2018. Pressoché invariato, tuttavia, il confronto con il 2011, anno dell’ultimo censimento tradizionale. L’esiguità del calo in questi otto anni è dovuta in gran parte alla presenza degli stranieri (+1 milione) che copre la significativa diminuzione degli italiani (-804 mila).
Più del 50% dei residenti si concentra in sole cinque regioni, ossia Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia. Significativo, rispetto ai dati dell’ultimo censimento tradizionale, il calo di popolazione ad sud (-1.9%) e nelle isole (-2.3%): il Mezzogiorno perde così, in meno di un decennio, più di 420mila residenti. Le persone con 45 o più anni nel nostro Paese passano dal 48.2% del 2011 al 53.5% del 2019, a conferma del continuo invecchiamento della popolazione. Anche in questo settore, l’età media più bassa degli stranieri (-11.5 anni) contribuisce a rallentare il processo di invecchiamento dell’Italia.
Per quanto riguarda il Molise, da inizio a fine 2018 è stata registrata una diminuzione di 4.703 residenti, passando dai 308.493 del 1°gennaio ai 303.790 del 31 dicembre. È invece di 300.516 la popolazione censita nella nostra regione al 31 dicembre 2019, in linea con il trend nazionale che vede il continuo abbandono del Mezzogiorno. Ancora più pesante il raffronto con l’ultimo censimento tradizionale del 2011, che contava in Molise 313.660 residenti. Nell’intervallo 2011-2019 la regione ha visto dunque un calo della sua popolazione pari al 4.2%. Unica nota positiva, stando al censimento, risulta la percentuale dei laureati: 14.9% (quinto posto dopo Lazio, Abruzzo, Umbria ed Emilia Romagna) a fronte del 13.9% a livello nazionale. Quello dell’istruzione tuttavia rimane un settore che presenta importanti differenze territoriali tra nord e sud Italia.
Nota rilevante, quella sull’indice di vecchiaia, ossia il rapporto tra la popolazione di 65 o più anni e quella con meno di 15 anni di età, che vede il Molise, con un valore del 226%, sul podio in compagnia di Liguria (262%) e Friuli Venezia Giulia (224%). L’incremento è quello rilevato dall’Istat nel 2019 rispetto al 1951.

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