Il reparto di terapia intensiva del Cardarelli di Campobasso, l’unico allestito per l’assistenza dei pazienti affetti da Covid, è saturo. I posti a disposizione, 12, sono tutti occupati. Se non è saturo è comunque al limite della capienza. È successo infatti nelle settimane passate che l’equipe guidata dal Romeo Flocco ha ricoverato anche più di 12 pazienti.
Ma che il reparto sia sotto pressione oltre ogni limite lo conferma anche il governatore del Molise. Toma ieri ha spiegato all’agenzia Ansa che «se sarà necessario reperire ulteriori posti letto in terapia intensiva attiveremo la rete Cross (Centrale remota operazioni soccorso sanitario), che ci dà disponibilità di terapie intensive in tutta Italia, oltre ai privati accreditati».
Toma ha ricordato che «la Cross fu attivata lo scorso anno da Bergamo per due pazienti che furono ospitati presso la terapia intensiva dell’ospedale Cardarelli di Campobasso» e che fortunatamente riuscirono a battere il Covid.
Non è la prima volta che il Molise, afferma il governatore, attiva la Cross: «Lo abbiamo già fatto qualche mese fa quando nel reparto di terapia intensiva c’erano 13 pazienti».
Toma va oltre e non si fa sfuggire l’occasione per lanciare frecciatine all’indirizzo del commissario Giustini.
«È chiaro – ha aggiunto – che se dovessero servire altri posti, in qualità di autorità di Protezione civile utilizzerò anche le strutture private regionali accreditate (Gemelli e Neuromed dispongono dei reparti di rianimazione, ndr). È compito del commissario ad acta provvedere alla contrattualizzazione, ma ad oggi non so cosa stia facendo».
Il presidente chiarisce tuttavia «che se dovesse essere necessario stabilizzare un paziente non aspetteremo la Cross. Se c’è posto negli ospedali di Isernia e Termoli attiveremo le norme di sicurezza e lo stabilizzeremo, come è avvenuto – ha ricordato – nel caso di un ragazzo di Termoli».


























