Si decide oggi, serve un quadro più preciso dal punto di vista epidemiologico, che l’Iss potrebbe aver fatto pervenire già nella tarda serata di ieri. L’ufficialità nel Consiglio dei ministri.
Sul tavolo della cabina di regia riunita ieri pomeriggio dal premier Draghi a Palazzo Chigi le soluzioni proposte dal Cts per la nuova stretta ritenuta necessaria visto l’andamento del Covid.
Il dibattito è stato lungo e articolato sulle ipotesi già note dalla giornata di martedì: weekend blindati, con ristoranti e bar chiusi anche in fascia gialla per limitare gli spostamenti (secondo alcune fonti è questa l’ipotesi più accreditata), e zone rosse automatiche quando l’incidenza dei casi settimanali supera i 250 ogni 100.000 abitanti (o in caso di focolai dovuti alle nuove varianti). In campo anche la prospettiva (sostenuta dai fautori del rigore come Speranza e Franceschini) di un nuovo lockdown totale per almeno tre settimane (anche se al momento è la meno accreditata).
Preoccupano l’impennata di contagi causata dalle mutazioni in circolazione e l’aumento dei ricoveri in terapia intensiva. Draghi vuole fare in fretta. Anche perché le dichiarazioni per esempio del dg dell’Asl di Bologna Paolo Bordon sono drammatiche: «Nella seconda ondata avevamo un picco di ricoveri che ci sembrava altissimo» ma era niente rispetto ad oggi, «ora tra tutti gli ospedali della rete (Ausl, Sant’Orsola e privato accreditato) abbiamo 1.160 persone ricoverate. Di queste 199 in terapia intensiva e sub intensiva», il doppio di novembre.
I presidenti di Regione, che incontrano oggi i ministri Speranza e Gelmini, concordano con la necessità di una nuova stretta.

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