La Corte d’Appello di Bari ha confermato la sentenza che il gup del capoluogo pugliese pronunciò il 4 maggio 2017: l’ex pm di Campobasso Fabio Papa e la direttrice di Telemolise Manuela Petescia assolti dal reato ipotizzato per il tentato ricatto all’allora governatore Paolo Frattura perché il fatto non sussiste. La sezione Terza, presieduta dal dottor Mattencini, ha quindi respinto gli appelli della Procura della Repubblica di Bari e della parte civile, l’ex presidente della Frattura, condannato anche al pagamento delle spese legali in favore degli imputati difesi dagli avvocati Nicolino Cristofaro, Paolo Lanese e Massimo Romano. Frattura era invece rappresentato da Marco Franco.
Il verdetto dei magistrati di secondo grado ieri pomeriggio intorno alle 18.
A Papa e Petescia l’accusa in primo grado aveva contestato tra gli altri i reati di tentata estorsione e tentata concussione. Tutto ruotava intorno all’episodio divenuto famoso della cena, nel corso della quale i due avrebbero chiesto a Frattura una legge per l’editoria e finanziamenti a sostegno di Telemolise, minacciando in caso di rifiuto ripercussioni giudiziarie (Papa allora stava indagando sulla vicenda Biocom, che ha coinvolto Frattura e il cui fascicolo è stato poi archiviato) e una campagna denigratoria contro di lui. La richiesta di rinvio a giudizio fu formulata a novembre del 2015. La cena, secondo quanto riferito alla magistratura barese da Frattura e confermato dall’avvocato Salvatore Di Pardo, era avvenuta nella casa campobassana dell’ex pm nell’autunno di due anni prima. Ma la data non era stata indicata in maniera certa.
Come già davanti al gup, dove era stato richiesto il rito abbreviato, pure il processo d’appello è andato avanti a lungo: due anni. L’epilogo ieri sera, con la conferma del verdetto del tribunale.

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