L’Istat, attraverso il sistema informativo online Coeweb dedicato alle statistiche del commercio estero, ha condotto un’indagine che dimostra il crollo dell’export italiano nel 2020, rispetto all’anno precedente, del -9.7%.
Una contrazione inevitabilmente condizionata dalla pandemia, che ha frenato il trend di crescita costante registrato negli ultimi anni.
Rispetto alla media nazionale essa risulta più marcata per le isole (-30.4%) e, in misura minore, per il nord- ovest (-10.8%); più contenuta per centro (-8.5%), nord-est (-8.2%) e sud (-6.4%).
Nel complesso, nell’anno contraddistinto dall’emergenza epidemiologica, tutte le regioni italiane hanno registrato notevoli contrazioni dell’export.
Tutte tranne una: il Molise. La nostra infatti è l’unica regione ad aver incrementato le esportazioni, addirittura del 26% rispetto al 2019.
In testa tra i territori più colpiti troviamo la Sardegna (-40.6%) e la Sicilia (-24,2%), mentre le perdite più contenute si riscontrano in Liguria (-0.7%) e Basilicata (-4.4%).
I dati negativi di quattro regioni, Piemonte (-12.7%), Lombardia (-10.6%),
Emilia- Romagna e Veneto (-8.2% per entrambe), contribuiscono per i due terzi al calo dell’export nazionale.
I contributi maggiori alla contrazione dell’export nazionale derivano dal calo delle vendite della Lombardia verso la Germania (-10.9%) e la Francia (-12.8%) e del Lazio verso gli Stati Uniti
(-36%). La Lombardia, singolarmente, ha contribuito per il 2.8% alla flessione delle esportazioni nazionali nel 2020.
Sebbene il dato positivo del Molise, unica regione italiana ad aver registrato un incremento dell’export con un distacco percentuale notevole sugli altri territori, sia significativo, esso ha un contrappeso molto ridotto sul dato nazionale.
Sono principalmente tre i settori che hanno contribuito all’innalzamento delle esportazioni nella nostra regione, e sono i prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere (+349.6%), i prodotti alimentari (+32.3%), con la performance del pastificio La Molisana che si conferma trainante, e gli autoveicoli (+43.8%): a Termoli resiste infatti l’iniezione positiva della Fca in termini di produzione oltre che di occupazione.
Il trend positivo per il Molise è confermato anche dall’analisi sugli scambi internazionali effettuata a livello provinciale, sebbene risulti evidente lo scarto tra Campobasso (+24%) ed Isernia (-2.1%). Tra le cinque province in positivo sull’export Campobasso figura insieme ad Arezzo, Rovigo, L’Aquila e Siena.
























