Una lotta al Covid più avanzata, comunque anticipata. È quella che il comitato di scopo ‘Cure domiciliari in ogni regione’ sta portando avanti da mesi. E che ora trova il sostegno di 92 sindaci del Molise che chiedono di attuare un protocollo che altrove si è dimostrato efficace.
La scorsa settimana il comitato presieduto da Erich Grimaldi ha portato a casa due importanti risultati nello stesso giorno. Il primo è l’ordinanza del Tar Lazio che ha sospeso la nota di Aifa del 9 dicembre scorso che per il trattamento della malattia nel setting domiciliare per i primi giorni prevede solo la somministrazione di farmaci contro l’influenza (fans) e paracetamolo insieme alla vigile attesa. I ricorrenti, medici di famiglia difesi anche da Grimaldi, «fanno valere il proprio diritto/dovere, avente giuridica rilevanza sia in sede civile che penale, di prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza, e che non può essere compresso nell’ottica di una attesa, potenzialmente pregiudizievole sia per il paziente che, sebbene sotto profili diversi, per i medici stessi», così l’ordinanza. Secondo traguardo, il parere favorevole del commissario della sanità molisana Giustini al protocollo illustrato dal Comitato in un incontro e che prevede anche, per esempio, la prescrizione di cortisone e antibiotici. Il tutto, con l’obiettivo di evitare il più possibile l’aggravamento della malattia e le ospedalizzazioni.
L’ok di Giustini, però, non basta. E dall’iniziativa del sindaco di Oratino Roberto De Socio, medico di base e aderente al Comitato di scopo, è partito l’appello dei primi cittadini.
«Bisogna aggredire precocemente la malattia, ai primi sintomi del Covid, senza alcuna vigile attesa. Questo è un concetto fondamentale che è auspicabile sia condiviso dalla nostra categoria», così De Socio.
La nota chiede di valutate «la possibilità di adottare/attuare un diverso protocollo per le terapie domiciliari dei pazienti Covid, sollecitando in tal senso anche le autorità centrali», un «protocollo terapeutico che si ritiene più efficace rispetto a quello attuale che prevede unicamente una ‘vigilante attesa’ e somministrazione di fans e paracetamolo». Lo chiede al ministro della Salute Speranza, al presidente della Regione Toma, al Commissario Giustini, ai vertici dell’Asrem e ai presidenti degli Ordini dei Medici di Campobasso e di Isernia.
I sindaci fanno rilevare che «le linee guida del ministero della Salute della ‘vigile attesa’ circa il trattamento domiciliare del contagio da Covid-19 risulterebbero poco adeguate, come evidenziato anche da una recente sentenza del Tar Lazio che, con un’ordinanza cautelare, ha sospeso l’efficacia della nota Aifa del 9 dicembre 2020 recante “principi di gestione dei casi Covid19 nel setting domiciliare” nella parte in cui, nei primi giorni di malattia da Sars-Covid, prevede unicamente una ‘vigilante attesa’ e somministrazione di fans e paracetamolo, e nella parte in cui pone indicazioni di non utilizzo di tutti i farmaci generalmente utilizzati dai medici di medicina generale per i pazienti affetti da Covid». E fanno espresso riferimento «ai risultati avuti nella Regione Piemonte che, adottando un nuovo protocollo a partire dalla provincia di Alessandria, ha conseguito un drastico crollo di ricoveri e decessi».

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