L’ultimo decreto varato dal governo ha previsto per l’Italia solo zone rosse o arancioni. Ma in base ai dati degli ultimi due report del monitoraggio Iss-Ministero, sarebbero ben 8 regioni e 2 Province autonome a poter essere collocate in zona gialla.
Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Bolzano, Trento e Umbria da due settimane consecutive almeno hanno scenario e valutazione del rischio compatibili con le restrizioni della zona gialla.
In Molise, in base al monitoraggio presentato ieri, ha l’incidenza più bassa d’Italia: 58 casi ogni 100mila abitanti (su sette giorni). Casi e focolai in diminuzione, Rt puntuale sui sintomatici a 8.81 (il limite inferiore preso a riferimento per la classificazione è a 0.54), rischio moderato senza pericolo di escalation, l’occupazione dei posti letto di area medica è tornata sotto la soglia del 40% (24%), resta la sopra del 30% quella della terapia intensiva (41%).
«La curva in Italia ha raggiunto un plateau mentre negli altri Paesi c’è una ricrescita. C’è in Italia una decrescita lenta e la maggioranza delle Regioni sono in decrescita per l’incidenza, tuttavia ci sono ancora alcune Regioni in crescita», ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro alla conferenza stampa sul monitoraggio della cabina di regia organizzata dal ministero della Salute. Il livello di occupazione nelle terapie intensive «si sta stabilizzando intorno al 41% e siamo quindi arrivati sostanzialmente ad un plateau, così come per le aree mediche. In generale prima si muove Rt, poi incidenza e ricoveri e per ultimi si muovono i dati sulla mortalità. Quindi ci attendiamo che inizino a decrescere anche i decessi», ha aggiunto.
«C’è una decrescita dei casi nella popolazione generale. L’età media dei casi rimane sempre sotto i 50 anni e crescono gli asintomatici. La decrescita dei casi sta coinvolgendo tutte le fasce d’età, inclusi i giovani, tenendo però conto della chiusura delle scuole. È importante procedere verso lo scenario di riaperture che tutti auspichiamo ma con grande cautela e flessibilità», ancora le sue parole. «In questo contesto – ha concluso il presidente Iss – non esistono soglie definite per riaprire, ma esistono modelli e indicatori come il numero progressivo di popolazione vaccinata, la circolazione delle varianti e il livello che rende possibile il tracciamento di 50 casi per 100mila».

























