Con la prima infusione di cellule staminali, ricevuta in questi giorni negli Stati Uniti, la piccola Miriam ha compiuto un passo decisivo nel lungo e complesso cammino di cura che i suoi genitori – e con loro un’intera comunità – hanno intrapreso con coraggio, speranza e fede incrollabile. Un cammino che oggi si arricchisce di una tappa concreta, carica di significato e di possibilità. Miriam non ha smesso di sorridere, nemmeno durante i controlli e le ore di attesa che precedevano l’infusione. E anche in quel momento, così delicato, è stata capace di regalare pace e serenità a mamma Jole e papà Riccardo. Questo scricciolo di bontà, a soli 19 mesi, riesce a trasmettere un’energia potente, vitale. L’energia di cui mamma e papà hanno bisogno per andare avanti, senza mollare.
La sua storia, la conosciamo tutti. Primo Piano Molise l’ha raccontata in punta di penna, seppur con dovizia di particolari, insieme a migliaia di altri cittadini che, da ogni angolo del Molise (ma non solo), si sono stretti intorno a questa famiglia come fosse la propria. È così che Miriam è diventata anche figlia nostra. E come genitori “adottivi” non possiamo che provare un orgoglio profondo per il suo piccolo cuore tenace che ha unito, ispirato, smosso coscienze e generato un’onda di solidarietà difficile da contenere.
Un’onda che continua. La raccolta fondi aperta su GoFundMe ha superato il traguardo dei 90mila euro: ieri, 2 maggio, si contavano 105mila euro in donazioni. Un risultato straordinario, frutto di un passaparola costante e sincero, della generosità di tanti e del desiderio comune di non fermarsi. Lo hanno detto chiaramente anche i genitori di Miriam nel loro ultimo aggiornamento: «La campagna continuerà? Posso ancora donare?» La risposta è «SÌ. La raccolta resta aperta. Non solo per garantire alla piccola tutto ciò di cui avrà bisogno – e dovrà tornare ancora negli Usa – ma anche per qualcosa di ancora più grande».
Perché da un seme d’amore può nascere un albero di speranza. I genitori di Miriam sognano ora di trasformare questa rete solidale in qualcosa di duraturo, in un progetto che possa aiutare anche altre famiglie, altri bambini, che ogni giorno combattono battaglie simili. Tutto sarà gestito con trasparenza, su un conto dedicato. E noi, come comunità, come giornale, non possiamo che sostenere e incoraggiare questo nuovo orizzonte.
C’è ancora tanta strada da fare. Ci vorranno pazienza, forza, fiducia nella scienza. Ma oggi è il tempo della gratitudine. Gratitudine per chi ha donato, per chi ha condiviso, per chi ha solo pronunciato il nome di Miriam con un pensiero d’affetto. E anche per noi, che nel nostro piccolo abbiamo potuto contribuire facendo conoscere la sua storia.
Torneremo a parlare di Miriam ogni volta che ci sarà un nuovo passo da raccontare, un sorriso da immortalare, una buona notizia da celebrare. Perché lei non è più soltanto la figlia di Jole e Riccardo. È, nel modo più autentico e umano, un po’ figlia di tutti noi.
E noi, da “genitori” pieni d’orgoglio, continueremo a sostenerla. Insieme. Sempre.
Luca Colella





















