Sessanta ettari di vegetazione andati in fumo e una delle aree naturalistiche simboliche di Agnone devastata dalle fiamme. Una ferita ancora aperta, rispetto alla quale la reazione dell’Arma è stata pronta ed efficace.
Ha un nome, infatti, il presunto responsabile dell’incendio sul monte Sant’Onofrio. A conclusione dell’attività investigativa i Carabinieri della Compagnia di Agnone, in sinergia con il Comando Gruppo Carabinieri Forestale di Isernia, hanno individuato il presunto piromane, considerato responsabile dell’incendio boschivo che lo scorso 22 luglio ha interessato due aree dell’Alto Molise, Sant’Onofrio e località Macchia, provocando la distruzione di oltre sessanta ettari di vegetazione.
I Vigili del fuoco del distaccamento di Agnone operarono per oltre due giorni, con un massiccio spiegamento di uomini e mezzi, prima di avere la meglio sulle fiamme che minacciavano di aggredire anche il vicino bosco di Montecastelbarone. Per domare il rogo si rese necessario anche l’impiego di alcuni canadair della flotta aerea del corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Le indagini, avviate subito dopo il rogo e proseguite nei giorni successivi, hanno permesso ai militari di raccogliere elementi di prova circostanziati che hanno portato all’identificazione dell’autore del gesto criminale.
Si tratta di un anziano residente della zona, ora deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Isernia per il reato di incendio boschivo, previsto e punito dall’articolo 423-bis del Codice Penale. Il grave episodio ha destato forte preoccupazione nella comunità locale per l’ampiezza dell’area colpita. «L’attività investigativa, condotta attraverso rilievi tecnici, testimonianze e analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, si è rivelata determinante per ricostruire la dinamica dei fatti e risalire al responsabile» spiegano dal comando dei Carabinieri. L’Arma rinnova l’appello alla cittadinanza di «segnalare tempestivamente qualsiasi comportamento sospetto o potenzialmente pericoloso per il patrimonio ambientale, ribadendo l’importanza della collaborazione tra istituzioni e cittadini nella prevenzione e repressione degli incendi boschivi». Chiaramente il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari durante il quale l’indagata potrà far valere la sua difesa ai sensi del Codice di Procedura Penale.

foto dell’Associazione nazionale Carabinieri di Agnone

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