Un lembo di tradizione molisana ha illuminato – insieme alle stelle della lirica – la Prima della Scala. Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha infatti scelto di indossare una cappa tradizionale di Agnone, manufatto artigianale dal valore identitario profondo, donatagli dai registi e filmmaker Rai, Salvatore Cerimele (Porta a Porta) e Danilo Di Nucci (Check-up – Il Posto giusto). Un gesto che profuma di radici, comunità e riconoscenza.
La cappa agnonese non è un semplice mantello: è il simbolo dei portatori di ndocce, gli uomini che avvolti nel panno di lana scuro sfidano il gelo e la notte per sorreggere le torce infuocate durante la Vigilia di Natale e nel ponte dell’Immacolata, quando la tradizionale sfilata di fuoco infiamma il corso principale dell’”Atene del Sannio”. Un rito ancestrale che accende la capitale dell’alto Molise e la consegna alla memoria collettiva come una delle celebrazioni più suggestive d’Italia.
Cerimele e Di Nucci ricordano con emozione l’origine di quel dono. «Finita la sua esperienza televisiva su Rai 2 (Vitalia, Anni 20, ndr) siamo rimasti in buoni rapporti con l’attuale ministro che qualche tempo fa ci chiese dove acquistare una tradizionale cappa di Agnone», raccontano.
«Decidemmo, pertanto, di fargli un regalo e, durante la sua esperienza alla direzione del MAXXI, lo andammo a trovare a Roma, nelle stanze proprio del MAXXI, e gli consegnammo il mantello a nome di tutta la nostra comunità e, con l’occasione, lo invitammo alla Ndocciata».
Un invito che, al momento, non ha ancora trovato occasione di concretizzarsi, complice la recente nomina ministeriale di Giuli. Ma la porta di Agnone resta spalancata, così come il desiderio della città di accogliere un ospite che ha dimostrato di apprezzarne tradizioni e storia.
«Finora non c’è stata occasione di accoglierlo durante il nostro rito del fuoco perché di lì a poco fu nominato ministro, ma il nostro invito è sempre valido e ci auguriamo che al più presto possa essere presente nell’Atene del Sannio per vedere dal vivo il grande fiume di fuoco dipanarsi per le strade della nostra città», aggiungono i due filmmaker.
La presenza della cappa agnonese alla Scala diventa così un piccolo ma potente ambasciatore culturale: un segno di continuità tra l’eccellenza artigiana locale e i grandi palcoscenici nazionali. Un modo per ricordare che, a volte, la tradizione sa aprire varchi sorprendenti, portando con sé il calore di una comunità che nel fuoco della Ndocciata trova la propria identità più autentica.

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