La Grande Ndocciata torna a incendiare il cielo del Molise e, quest’anno più che mai, a illuminare una battaglia che non ammette ombre: quella per la sopravvivenza dell’ospedale ‘San Francesco Caracciolo’. Nel giorno di Santa Lucia, protettrice della vista, Agnone chiama tutti ad “aprire gli occhi” su una realtà che rischia di precipitare nel buio. Perché se la luce delle ndocce ha sempre guidato il cammino di questo popolo, oggi quella fiamma pretende di rischiarare anche le coscienze di chi decide sul destino delle aree interne. Il corteo di fuoco più imponente d’Europa – oltre 500 portatori, mille fiamme che fendono l’aria gelida – attraverserà, a partire dalle 18, il corso principale come un grido all’unisono. Un rito ancestrale che, grazie alla forza delle contrade Sant’Onofrio, San Quirico, Guastra, Capammonde e Capabballe, Colle Sente, si trasforma in testimonianza civile, in preghiera accesa, in atto d’amore verso la propria terra. Questa sera non si celebra soltanto la tradizione: si difende un presidio sanitario che serve quattro province e una costellazione di piccoli paesi. Il Caracciolo non è un numero dentro un piano di riorganizzazione: è l’ultimo baluardo di un territorio che da troppo tempo paga il prezzo della marginalità, della disoccupazione, dei servizi che arretrano invece di avanzare, della mancanza di infrastrutture. La Ndocciata, quest’anno, non è solo uno spettacolo coreografico: è una dichiarazione di esistenza. Un Alto Molise, un Vastese e un Sangro uniti nella stessa consapevolezza: il ridimensionamento dell’ospedale equivarrebbe a una condanna definitiva, alla progressiva scomparsa di comunità che hanno già dato abbastanza. Il sindaco Daniele Saia lo ribadisce invitando tutti a indossare un fiocco bianco con un cerotto sul petto, simbolo di una ferita che non può essere ignorata: «Creiamo magia, sì, ma apriamo anche gli occhi su ciò che conta davvero. Sosteniamo insieme la difesa dell’ospedale, condividiamo questo gesto. È il modo più semplice e più forte per dire che non ci arrenderemo». E mentre migliaia di persone raggiungono la patria delle campane per assistere all’unicum che unisce fede, rito e spettacolo, Agnone si prepara a far parlare il fuoco.
Un fuoco che chiede di vedere. Un fuoco che chiede di essere visto. Un fuoco che, nel nome di Santa Lucia, tenterà che il futuro di queste terre non venga lasciato al buio. Al termine della sfilata, nei pressi dell’ex mercato coperto, sotto il campanile della chiesa di Sant’Antonio Abate, si ripeterà il falò della fratellanza con le mille ndocce delle cinque contrade che arderanno quale simbolo di pace e speranza per l’umanità. All’evento, che sarà trasmesso in diretta streaming (ore 18,10) sulla Tgr Molise, invitati a partecipare tutti i consiglieri regionali con in testa il presidente della giunta regionale Francesco Roberti e il presidente del Consiglio, Quintino Pallante, i sindaci di zona e il vescovo di Isernia e Trivento, monsignor, Camillo Cibotti. La Ndocciata di Agnone 2025 è realizzata dal Comune di Agnone, dall’associazione “La Ndocciata” e dalla Pro Loco in collaborazione con la Regione Molise, la Camera di Commercio del Molise, con il contributo di aziende del territorio e il prezioso supporto del main sponsor Poste Italiane. (mdo)

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