Nella sera più attesa dell’anno, quando la Vigilia di Natale sospende il tempo e accende il cuore delle comunità, Agnone rinnova uno dei suoi riti più profondi e identitari con la 65ª edizione del Presepe Vivente – La Natività 2025, a cura della compagnia teatrale Le 4C del Cenacolo Culturale Francescano “Camillo Carlomagno”.
Il 24 dicembre, prima della Ndocciata della Vigilia, presso il Monumento degli Emigranti, la città si trasformerà ancora una volta, in un grande palcoscenico dell’anima. Un evento che da 65 anni rappresenta non solo la rievocazione della nascita di Cristo, ma un percorso comunitario di fede, cultura e appartenenza.
Il presepe vivente di Agnone è il più longevo del Molise. Il titolo scelto per questa edizione, “…sono io alla porta e sto a bussare”, è una dichiarazione forte, un richiamo evangelico che attraversa i secoli e si fa domanda urgente per l’uomo contemporaneo.
La rappresentazione non si limita alla tradizione iconografica del presepe, ma interpella lo spettatore, lo coinvolge, lo chiama in causa.
L’impianto drammaturgico, firmato da Riccardo Longo e Giorgio Marcovecchio, apre la scena con un contrasto potente e attualissimo: il rumore di un comizio politico, simbolo del frastuono del nostro tempo, si scontra con la voce di Cristo che richiama alla verità, alla misericordia, alla responsabilità di una fede vissuta. Da questo scarto nasce un dialogo profondo tra passato e presente, tra Vangelo e quotidianità.
La narrazione si sviluppa poi lungo le tappe più care alla tradizione cristiana: l’Annunciazione, il viaggio verso Betlemme, la Natività, l’adorazione dei Pastori e dei Magi, in un crescendo di emozione, coralità e luce, dove ogni scena diventa invito al silenzio interiore e alla contemplazione.
La regia è affidata a Saverio La Gamba, che guida con equilibrio e sensibilità un impianto scenico complesso e corale.
La direzione artistica è curata da Giuseppe De Martino, figura centrale e instancabile animatore della Natività di Agnone, che da anni ne custodisce il valore spirituale e culturale.
Fondamentale il contributo della scenografia di Riccardo Longo, capace di trasformare lo spazio urbano in luogo simbolico e narrativo, e dei costumi di Paola Patriarca, che restituiscono autenticità, sobrietà e forza espressiva ai personaggi della sacra rappresentazione.
Le selezioni musicali, curate da Roberto e Tancredi Carlomagno, accompagnano il percorso scenico amplificando il clima di raccoglimento e solennità.
In scena, un cast ampio e profondamente legato al territorio, che vede la partecipazione di numerosi interpreti nei ruoli evangelici e simbolici, tra cui Gesù (Leonardo D’Onofrio), Maria (Giada Pannunzio), Giuseppe (Francesco Spadanuda), l’Arcangelo Gabriele (Carmine Masciotra), i Pastori, i Magi (Germano Masciotra, Walter Russo, Abdul Bagagnan), fino alle figure più contemporanee come l’Albergatrice, l’Angelo della Nascita e San Carlo Acutis, segno di un ponte vivo tra tradizione e presente.
Il piccolo Gesù Bambino sarà interpretato da Nicola La Rocca.
Accanto agli attori, pastori e figuranti, le cinque contrade della Ndocciata e l’oratorio “Giovanni Paolo II”, a testimonianza di una comunità intera che si fa racconto.
Il Presepe Vivente di Agnone, nato da un’intuizione dei frati cappuccini, è oggi un patrimonio collettivo, un rito che si rinnova senza perdere la propria anima. Non è solo teatro, ma memoria condivisa, fede incarnata, trasmissione di valori che attraversano le generazioni. Come ogni Vigilia, Agnone diventa simbolo universale di un messaggio semplice e rivoluzionario: una luce che non impone, ma attende; una presenza che non forza, ma bussa.
E nella notte più luminosa dell’anno, quella porta torna a chiedere di essere aperta.

























