Una querelle politico-giudiziaria che va avanti da 36 anni e che in questi giorni pare sia arrivata ad un punto di svolta con il rinvio a giudizio di un tecnico. Succede a Pescopennataro e ne dà notizia alla stampa la consigliere comunale di opposizione ed ex sindaca Carmen Carfagna.
«Ho provveduto ad inoltrare al protocollo comunale una formale interrogazione rivolta al sindaco Sciulli e alla giunta sull’annosa questione delle “acque minerali”, che ha avuto origine nel lontano 1989, anno in cui il Consiglio comunale ha autorizzato l’allora sindaco pro tempore a sottoscrivere la concessione di un finanziamento regionale dell’importo di ben tre miliardi e 278 milioni di vecchie lire per la realizzazione di uno stabilimento di imbottigliamento delle acque minerali in località Quarto», spiega Carfagna alla nostra redazione.
A distanza di 36 anni, tutto ciò che rimane di quel finanziamento è un capannone incompleto ed abbandonato.
«Il mio turno, da sindaco, di “fare i conti” con questa storia è arrivato nel settembre 2022 – aggiunge Carmen Carfagna –, quando il consulente tecnico incaricato dal Tribunale di Isernia nella controversia sul rapporto contrattuale tra il concessionario e il Comune ha depositato la relazione preliminare dall’esito impietoso: il Comune avrebbe subìto un danno pari a 414.627 euro oltre interessi, mentre il Consorzio Rio Verde avrebbe subìto un danno pari a 1.191.999,89 euro oltre interessi. Inaccettabile, perché lo stato di quel capannone lo vediamo tutti e quell’acqua imbottigliata non l’ha mai bevuta nessuno. Quindi, con la giunta, abbiamo dato inizio alla nostra personale “operazione verità”, ricostruendo a ritroso gli eventi e le attività poste in essere, raccogliendone tutte le evidenze documentali. Abbiamo così presentato le nostre osservazioni alla relazione preliminare. E quando il consulente tecnico incaricato dal Tribunale ha confermato le sue impietose conclusioni anche nella sua relazione definitiva, abbiamo deciso che era arrivato anche per noi il tempo di agire. Nel marzo 2023, con la giunta, abbiamo revocato l’incarico legale conferito nel lontano 2008 ed incaricato una nuova professionista legale “venuta da molto lontano” ed il cui apporto si è rivelato preziosissimo. Nel luglio 2023 ho depositato presso la Procura della Repubblica formale atto di denuncia-querela nei confronti del consulente tecnico incaricato, per aver reso parere e interpretazioni mendaci e affermato fatti non conformi al vero, all’esito della quale è stato instaurato un procedimento penale. Contemporaneamente ho richiesto la rinnovazione delle operazioni peritali. Nel settembre 2023 ho formalmente richiesto la sostituzione del Giudice togato con altro Giudice ordinario affinché il processo, in considerazione del suo valore economico e dei risvolti di rilievo penale che lo avevano interessato, venisse definito da un magistrato ordinario. Il Giudice è stato sostituito ed è di pochi giorni fa la notizia del rinvio a giudizio del consulente tecnico».
«Al di là delle questioni giudiziarie, che avranno un corso indipendente e saranno valutate solo dalla magistratura, con presunzione di innocenza – precisa e chiude la ex sindaca –, c’è una precisa responsabilità politica che accompagna questi ultimi mesi, dalla quale non si può prescindere. Così, ho chiesto di conoscere le iniziative intraprese dall’attuale amministrazione comunale e quelle che si intendono adottare alla luce degli ultimi eventi, dal momento che la comunità deve continuare ad essere informata».
Il sindaco Sciulli, contatto dalla nostra redazione, conferma che è stata protocollata l’interrogazione della consigliere Carfagna, mentre sul merito della questione non si sbilancia più di tanto, sottolineando, tuttavia che «pare strano che a distanza di così tanto tempo dai fatti di cui trattasi possano esserci dei risvolti di tipo penale».





















