Dall’estate scorsa sono passati poco più di sei mesi e di nuovo la partita sugli autovelox diventa incandescente. Autovelox sequestrati in tutta Italia: coinvolto anche San Martino in Pensilis. Un’operazione su larga scala, coordinata dalla Procura di Cosenza, ha portato al sequestro e alla disattivazione degli autovelox T-Exspeed v.2.0 installati su numerose strade italiane. Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari, riguarda dispositivi posizionati lungo la Statale 106 e 107, la Provinciale 234 e altre arterie stradali, con ripercussioni che vanno ben oltre la Calabria. L’inchiesta ha infatti coinvolto diversi comuni in tutta Italia, tra cui Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini e San Martino in Pensilis. Le amministrazioni di queste città avevano stretto accordi con la società fornitrice dei dispositivi, ora al centro di un’indagine che ne mette in dubbio la conformità alle normative vigenti. Secondo gli accertamenti della Polizia Stradale, gli autovelox sequestrati non sarebbero omologati, come richiesto dal Codice della Strada. In molti casi, inoltre, i modelli installati risulterebbero diversi da quelli depositati presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, alimentando dubbi sulla loro affidabilità e sulla legittimità delle sanzioni emesse. La questione si complica ulteriormente a causa di un vuoto normativo tra approvazione e omologazione. La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 10505/2024, ha stabilito che un dispositivo di rilevamento della velocità deve essere obbligatoriamente omologato per poter considerare valide le multe. Tuttavia, dal 2020 il Ministero non rilascia più omologazioni, lasciando così spazio all’utilizzo di strumenti approvati ma non certificati secondo i criteri più restrittivi. Questa ambiguità avrebbe permesso a molte amministrazioni di installare autovelox privi di omologazione, sollevando ora un serio problema di legittimità delle sanzioni già elevate e di affidabilità dei controlli. Con l’inchiesta ancora in corso, non si escludono ulteriori sviluppi che potrebbero portare al coinvolgimento di altre località.
Al diffondersi delle notizie sull’inchiesta, la società laBconsulenze sulla vicenda degli autovelox considerati illegali da Polizia stradale e magistratura cosentine, ai primi di agosto aveva così chiarito la posizione: «Il dispositivo installato presso il comune di San Martino in Pensilis non rientra tra quelli attinti dal sequestro. Nel merito della vicenda, poi, evidenziamo che in ogni caso il sequestro (riferito ad altri dispositivi dislocati su altri enti) appare illegittimo e non fondato per una serie di ragioni, la principale delle quali è che è stato emesso nell’ambito del procedimento penale incardinato dallo scorso mese di luglio 2023 in ordine al quale, per gli identici fatti, era stato d’urgenza disposto il sequestro dei dispositivi che, poi, in sede di riesame, sono stati prontamente dissequestrati dal Tribunale di Cosenza, con ampia, diffusa e condivisibile motivazione che ha investito il merito della vicenda». Ora le cose stanno diversamente.

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