È stata eseguita nel pomeriggio di ieri, dalle 13 alle 16, l’autopsia sulla salma di Luca Regoli, il giovane di 26 anni rimasto vittima del tragico incidente stradale avvenuto nella notte tra domenica e lunedì scorsi lungo la Statale 16 Adriatica, in territorio di Montenero di Bisaccia. L’incarico è stato affidato al medico legale Giovanni Pollice, dell’istituto di Medicina legale di Foggia, nominato ufficialmente ieri mattina alle 11.30 dal pubblico ministero Ilaria Toncini, titolare dell’inchiesta. L’esame si è svolto all’obitorio dell’ospedale San Timoteo di Termoli, dove il corpo del ragazzo si trova ancora sotto sequestro su disposizione dell’autorità giudiziaria. Durante l’accertamento autoptico è stato prelevato un campione di DNA per procedere al riconoscimento formale della salma. La comparazione verrà effettuata con il profilo genetico del padre. Solo al termine di questo delicato passaggio, sarà possibile autorizzare la restituzione del corpo alla famiglia e procedere con l’organizzazione dei funerali. Al momento, non è stata fissata una data per le esequie: tutto dipenderà dagli esiti degli esami e dai tempi tecnici legati alla procedura di identificazione. La famiglia, già provata dal dolore, è costretta ad attendere ancora prima di poter dare a Luca l’ultimo saluto. L’incidente si è verificato intorno all’1.30 di lunedì 2 giugno, al chilometro 525 della Statale 16, corsia sud. Secondo quanto ricostruito finora dai Carabinieri di Montenero di Bisaccia, incaricati delle indagini, il giovane era alla guida di una Dacia Sandero ibrida quando, per cause ancora da chiarire, ha perso il controllo del mezzo, che è andato a schiantarsi contro un ponticello in cemento ai margini della carreggiata. Luca Regoli, descritto da amici e conoscenti come un ragazzo gentile, riservato e appassionato di motori, era molto conosciuto e stimato. Il suo improvviso e drammatico addio ha lasciato un vuoto profondo. Fino a quando non verranno completati tutti gli accertamenti medico-legali e giuridici, la salma resterà sotto sequestro. La speranza, ora, è che si possa presto procedere alla liberazione del corpo per permettere ai familiari e agli amici di onorare il giovane con il rito dell’addio e accompagnarlo nel suo ultimo viaggio con il rispetto e l’amore che merita.

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