È un allarme ambientale che si rinnova, quello lanciato da Goletta Verde nella sua tappa molisana, ma che quest’anno assume contorni ancora più preoccupanti. Su quattro punti campionati lungo la costa, tre risultano oltre i limiti di legge: tutte foci fluviali, tutte localizzate tra Termoli e Montenero di Bisaccia. Solo la spiaggia di Sant’Antonio, a Termoli, ha restituito un dato positivo. Il quadro, emerso durante la conferenza stampa tenutasi ieri mattina al porto turistico di Termoli, certifica un fatto ormai difficilmente smentibile: la rete di depurazione molisana continua a non reggere, lasciando il territorio esposto a rischi ambientali, sanitari ed economici. Il giudizio di “fortemente inquinato” è stato assegnato alla foce del Biferno e alla foce del Sinarca, entrambe a Termoli; “inquinato” alla foce del Trigno, a Montenero di Bisaccia. L’unico punto entro i limiti è stato rilevato in mare, presso il Lungomare Colombo, spiaggia Sant’Antonio, a Termoli, che per questo – ha annunciato Legambiente – dal prossimo anno non sarà più monitorata, considerato il miglioramento costante degli ultimi anni. I dati, raccolti il 23 giugno scorso dai volontari di Goletta Verde e analizzati dal laboratorio Biosan di Vasto, si concentrano su due parametri microbiologici: Escherichia coli ed enterococchi intestinali. Si tratta di indicatori specifici dell’inquinamento di origine fecale, che in quantità elevate denotano un malfunzionamento nel ciclo della depurazione. «Non possiamo più fingere che sia tutto normale – ha dichiarato Laura Brambilla, portavoce nazionale di Goletta Verde – un grado in più nella temperatura del Mar Mediterraneo rispetto allo scorso anno e tre foci su quattro oltre i limiti: siamo nel pieno dell’emergenza climatica e ambientale. Il nostro compito non è rilasciare patenti di balneabilità, ma fotografare in modo puntuale le criticità, informare i cittadini e stimolare le amministrazioni a fare la loro parte». Giorgio Arcolesse, direttore di Legambiente Molise, ha sottolineato come «i problemi non si risolvono solo costruendo nuovi depuratori, ma mantenendo, monitorando e controllando quelli esistenti. La foce del Sinarca, che lo scorso anno aveva dato risultati positivi, oggi è nuovamente fortemente inquinata. Questo dimostra che non si può abbassare la guardia». A raccogliere la sfida, durante la conferenza, sono intervenute le due assessore all’ambiente direttamente coinvolte. Silvana Ciciola per il Comune di Termoli ha parlato di “dati che ci sorprendono ma che non ci spaventano. Abbiamo fatto e stiamo facendo molto. Progetti con Guidotti Ships, monitorano quotidianamente le plastiche nel tragitto Termoli-Tremiti-Vasto. E poi ci sono i laboratori con i ragazzi, il lavoro con Plastic Free, le campagne di educazione ambientale. Però è chiaro che bisogna fare ancora di più. Per questo vogliamo confrontarci con voi e capire insieme come migliorare i dati, riportarli ai livelli dell’anno scorso e oltre”. Dello stesso tenore l’intervento di Fiorenza Del Borrello, assessora di Montenero, che ha confermato le difficoltà legate al depuratore sulla foce del Trigno, da oggi soggetto a limitazioni per problemi di gestione: «Abbiamo avviato un’interlocuzione con la Regione nell’ambito di un progetto Interreg che mira all’istituzione di un’area marina protetta tra Montenero, Petacciato e Termoli. Perché la foce del Trigno è uno scrigno di biodiversità che va tutelato, nonostante oggi ci dica che qualcosa non funziona». Proprio la biodiversità sarà al centro della tavola rotonda prevista nel pomeriggio a Marina Sveva, dove il biologo marino Dario Donofrio presenterà risultati sorprendenti sullo stato di salute sommerso del tratto costiero molisano. «La natura, a differenza dell’uomo, non fa competizione ma cooperazione», è stato ricordato. Un messaggio che parla direttamente alla politica. La Capitaneria di Porto di Termoli, rappresentata dal Capitano di Corvetta Federica Forte, ha ribadito il proprio ruolo istituzionale: «Il nostro compito è vigilare, controllare, segnalare. Per questo siamo qui, e continueremo a collaborare con Legambiente e con le amministrazioni. Ogni dato che riceviamo ci aiuta a fare meglio il nostro lavoro e a proteggere l’ambiente marino». Più netto, invece, è stato l’intervento di Marco Paolilli, responsabile Area 3 del CONOU – Consorzio Nazionale Oli Usati, che ha accompagnato Goletta Verde anche quest’anno: «Io sento sempre tante belle parole. Ma servono fatti. A Campobasso abbiamo aperto un punto di raccolta per oli lubrificanti usati e la risposta è stata eccellente. A Termoli no, nonostante ci fosse stato promesso. Eppure, parliamo di un rifiuto pericolosissimo, che entra nella catena alimentare. Io non voglio più sentire che manca il budget o che l’ambiente è un costo. Il rispetto per l’ambiente è un dovere». L’assessora Ciciola non ha esitato a replicare, sostenendo che il centro di raccolta di Termoli già prevede il conferimento di oli esausti, anche minerali, seppure con altri partner. «Non è detto che dobbiamo farlo con voi – ha detto rivolgendosi a Paolilli – ma il servizio c’è. Possiamo andare insieme a verificarlo anche subito». Il dibattito si è acceso, ma è rimasto nei binari di un confronto costruttivo, tanto che si è ribadita l’importanza di andare oltre le logiche del sospetto reciproco per attivare sinergie efficaci. «L’ambiente ha bisogno di programmazione a lungo termine – ha ricordato ancora Arcolesse – non si può continuare a smantellare quanto fatto da chi c’era prima solo per logiche di schieramento. Serve una visione regionale, trasversale, duratura». L’incontro si è chiuso con un forte richiamo alla cooperazione tra enti: Goletta Verde, le amministrazioni locali, la Capitaneria di Porto, i consorzi, l’Università del Molise, le scuole e i cittadini devono lavorare insieme. Solo così sarà possibile cambiare rotta. Le aree marine protette, in particolare, potrebbero rappresentare un punto di svolta: in Molise, oggi, si è ancora molto lontani dagli obiettivi europei, con solo il 10% di superficie protetta. Eppure, proprio la costa, con le sue riserve di biodiversità e le sue criticità da risanare, potrebbe beneficiare di strumenti concreti come questo, che significano risorse, personale, ricerca scientifica e controlli mirati. Goletta Verde proseguirà il suo viaggio lungo le coste italiane, ma il Molise resterà sotto osservazione. Le promesse ascoltate oggi sono importanti, ma serviranno impegni precisi, risultati misurabili, scelte coraggiose. Perché l’ambiente non può più aspettare. E se davvero – come è stato ripetuto più volte – «non ci fermeremo mai», allora è il momento di dimostrarlo. Con i fatti.

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