Nonostante i numeri risicati, va a vuoto il tentativo di sfiduciare il sindaco Simona Contucci da parte dei gruppi di minoranza all’interno del Consiglio Comunale.
La riunione dell’assise civica di giovedì sera ha sancito infatti la posizione granitica della maggioranza, che ha fatto scudo intorno a Contucci di fronte alla mozione dell’opposizione che ne chiedeva le dimissioni, presentando come motivazione il comportamento dello stesso sindaco in merito a una telefonata fatta a un cittadino.
Dopo l’illustrazione della mozione, si sono alternati gli interventi di tutti i consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione, i quali hanno perorato la causa rispettivamente dell’una o dell’altra parte; ma il pubblico presente in sala era in attesa ovviamente di ascoltare la replica del sindaco, che fino ad ora non si era espressa in alcun modo su quello che ha definito “un circo mediatico”.
«Preliminarmente intendo chiarire che fino a quando sarò sindaco, continuerò a chiamare i miei concittadini per motivi attinenti alla mia carica», ha esordito Contucci senza mezzi termini, confermando a suo avviso la correttezza della sua condotta e del suo operato da primo cittadino.
Contucci ha definito poi una «vile operazione di sciacallaggio politico» quella dei consiglieri di centrosinistra su questa vicenda, precisando che alle firme sulla mozione di sfiducia di questi consiglieri, si sono aggiunte quelle di Tania Travaglini e di Andrea Cardinali, ma, non in seno al partito che rappresentano, ma a titolo personale e all’insaputa del circolo locale, dei vertici regionali e dei parlamentari molisani di Fratelli d’Italia.
«Questa è una barzelletta – ha commentato subito Contucci, in quanto aprirebbe un fronte sul «comportamento poco limpido dei due consiglieri».
«La vicenda cui si fa riferimento – ha proseguito Contucci – cioè una semplice telefonata fatta da me, in qualità di sindaco, per chiarire un tema di qualche rilevanza locale, viene oggi, o meglio, da un mese, trasformata in maniera gravemente distorta in un atto di pressione o addirittura in una presunta lesione della libertà di pensiero (…). Nulla di più lontano dalla verità!»
Contucci ha poi proseguito il suo accorato discorso, adducendo come motivazioni della correttezza del suo operato anche il parere espresso dal Dpo del Comune di Montenero di Bisaccia, il quale ha richiamato l’articolo 6, comma 1, lettera e) del Gdpr, secondo il quale il trattamento è ‘lecito’ se ‘necessario per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso all’esercizio di pubblici poteri di cui è investito il titolare del trattamento’, ribadendo quindi di non ravvisare, nel caso di specie, alcuna violazione riguardo la riservatezza.

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