Ventitré anni dopo, il silenzio e i rintocchi delle campane risuonano ancora tra le strade del paese che ha conosciuto il dolore più grande. Alle 11:32 del 31 ottobre 2002 la scuola elementare «Francesco Jovine» crollò sotto le scosse del terremoto, portando via ventisette bambini e la loro maestra. Oggi, come allora, San Giuliano di Puglia si ferma. Si ferma per ricordare, per guardare in faccia la memoria e per rinnovare l’impegno a costruire un futuro diverso.
Bimbi gemellati nel segno della sicurezza scolastica, quelli della Giovanni Paolo II di Bari e coloro che vivono nel Cratere molisani, tra i momenti sempre suggestivi della Giornata della Memoria, coi rintocchi della campana al cimitero in ricordo delle vittime del sisma di 23 anni fa. Prima celebrazione del vescovo Palumbo, assieme a don Fernando Manna, padre Enzo Ronzitti e a don Costantino Di Pietrantonio, in questa veste. Un camposanto come sempre gremito di persone, e di personalità. Corone che giungono da ogni dove per omaggiare i 27 angeli e la maestra, non manca davvero nessuno, con l’intero Consiglio regionale che ha traslocato nel luogo simbolo del sisma del 2002. I parlamentari Della Porta, Lotito e Lancellotta, il prefetto Lattarulo, i due presidenti delle Province, Saia e Puchetti, amministratori e sindaci del territorio. Il cerimoniale scandisce il dolore che è sempre vivo, come ha ribadito il sindaco Antonello Nardelli. Forze dell’ordine, Vigili del fuoco, le associazioni, in testa la Misericordia col governatore Romeo Faletra, coi genitori del comitato vittime a condividere ricordi così dolorosi. Le sirene della Misericordia che suonano e aprono la strada al corteo, silenziosissimo, che attraversa il paese e dal cimitero dove riposano gli Angeli, arriva al Parco della Memoria, sorto sulle ‘ceneri’ della Jovine, dove si è consacrato l’omaggio delle istituzioni.
«San Giuliano è il paese della dignità» – ha detto il sindaco Antonello Nardelli – «e oggi la presenza delle istituzioni qui è un gesto di grande vicinanza, non solo politica ma profondamente umana».
.Tra i presenti, le famiglie delle vittime, tanti ex compagni di classe, i cittadini di ogni età e gli amministratori locali. Il dolore è ancora lo stesso di ventitré anni fa, ma la giornata non è solo commemorazione: è anche un impegno civile.
Antonio Morelli, padre di una delle piccole vittime, ha parlato a nome dei familiari. La voce rotta dall’emozione: «Ventitré anni sono tanti, ma il dolore è come il primo giorno, il primo mese, il primo anno. È dura, durissima, ma bisogna andare avanti. E bisogna farlo con un messaggio di speranza, di pace, perché questo mondo possa cambiare e possa cambiare in meglio, soprattutto per le nuove generazioni».
Poi un appello: «Dobbiamo impegnarci tutti, come è stato detto oggi in Consiglio regionale. Ringraziamo i consiglieri di maggioranza e di opposizione per essere venuti qui, ma il lavoro non è finito. Dal 31 ottobre 2002 molto è stato fatto in tema di sicurezza, ma molto resta da fare. La Regione Molise deve essere un motore trainante per il prezzo altissimo che ha pagato. Invece di investire sulle armi, si investa sulla prevenzione e sulla sicurezza delle scuole».
Il senatore Claudio Lotito, che ha sottolineato come San Giuliano rappresenti «l’emblema della sicurezza nelle scuole dopo quella tragedia». «Deve essere un monito per tutti – ha detto – affinché non si ripeta più una sciagura simile. Quella tragedia ha ferito non solo il Molise, ma l’intera comunità nazionale, cancellando un’intera generazione. Oggi dobbiamo essere vigili e pretendere responsabilità nella realizzazione degli edifici pubblici, soprattutto scolastici».
Il presidente del Consiglio regionale Quintino Pallante ha ricordato che «oggi siamo qui per onorare questo luogo con il rispetto che merita e con una ferita che non si è mai rimarginata. È la prima volta che il Consiglio regionale si sposta dalla propria sede, e lo abbiamo fatto con una votazione unanime. Vogliamo che questa giornata sia un monito e al tempo stesso una direzione: quella della sicurezza sismica. Il Molise ha fatto enormi passi in avanti, ma non dobbiamo fermarci. Dobbiamo continuare a lavorare per i ragazzi che ci guardano dall’alto».
«È una ferita sempre aperta e che non si rimarginerà col tempo» – ha detto il sindaco Nardelli – «ma oggi ricordare significa anche assumersi una responsabilità. Nel pomeriggio, dopo la cerimonia, ci sarà un dibattito per fare il punto sulla sicurezza scolastica in Italia, perché la tragedia della Jovine è stato un punto di svolta per la coscienza collettiva».
Per Nardelli, San Giuliano rappresenta «un punto di svolta, ma anche un esempio di ricostruzione e di rinascita. Dopo la tragedia, la comunità ha dimostrato di saper reagire e di trasformare il dolore in forza, in speranza, in capacità di futuro».
L’assessore regionale Michele Iorio, che nel 2002 era presidente della Regione, ha ricordato quei giorni drammatici: «Fu un momento terribile, che non si dimenticherà mai. Ma da quel dolore nacque una svolta nella politica della sicurezza: leggi speciali, ricostruzioni esemplari, maggiore attenzione alla prevenzione. Da quella tragedia è cambiato il modo di intendere la sicurezza nelle scuole e negli edifici pubblici».
Il presidente della Regione Molise Francesco Roberti ha sottolineato che «il 31 ottobre è una data che non può essere dimenticata. Le istituzioni devono essere presenti, e la seduta qui a San Giuliano è un segnale forte di vicinanza. Dobbiamo essere attenti, avere lungimiranza, lavorare con coscienza. Le nostre scuole devono essere edifici sicuri. I bambini che non ci sono più sono i figli di tutti noi, e la maestra è la madre di tutti».
Il senatore Costanzo Della Porta ha ricordato che «da quella tragedia molto è stato fatto per la sicurezza scolastica. Oggi molte scuole molisane, come quella del mio comune a San Giacomo degli Schiavoni, sono antisismiche. I genitori devono sapere che i propri figli vanno in edifici sicuri. La morte di quei bambini e della loro maestra ha fatto comprendere al legislatore quanto fosse importante investire nella sicurezza».
«Le istituzioni non abbandoneranno mai la comunità di San Giuliano» – ha dichiarato l’onorevole Elisabetta Lancellotta – «oggi è il giorno del ricordo e della memoria, una giornata storica. Il Consiglio regionale si è riunito qui per testimoniare la vicinanza dell’Italia ai 27 angeli e alla loro maestra, che li ha protetti fino all’ultimo momento. Dal loro sacrificio è rinato un futuro diverso».
Vittorino Facciolla, vicepresidente del Consiglio regionale, ha ricordato dove si trovava quel giorno: «Ero in tribunale a Termoli. Sentimmo la scossa e subito arrivarono notizie drammatiche. Il crollo della Jovine è la tragedia che più ha segnato la storia del Molise. Ventisette bambini e una maestra persero la vita in un luogo che avrebbe dovuto garantire loro sicurezza: è una doppia ingiustizia. La presenza delle istituzioni oggi serve a dire che non dimenticheremo mai».
Tra le testimonianze più toccanti, quella di Veronica D’Ascenzo, una delle bambine estratte viva dalle macerie, oggi maestra elementare.
«È un onore essere qui a ricordare quello che è accaduto il 31 ottobre» – ha detto – «Io sono una delle bambine sopravvissute, e oggi sono una maestra. Ho vinto le mie paure e sono tornata in classe dall’altra parte della cattedra. Ho ricevuto un dono grandissimo, e non volevo tenerlo solo per me: lo condivido con ogni mio piccolo alunno. Il mestiere dell’insegnante è tra i più nobili, e voglio essere parte dei traguardi dei miei ragazzi. Ogni 31 ottobre per me è un giorno delicato, ma anche una festa della vita. Cerco di sensibilizzare i bambini a non dimenticare, a costruire scuole sicure, a segnalare ogni pericolo, anche una finestra rotta. Bisogna imparare ad affrontare la paura, a guardare sempre il lato positivo. Io non ho più paura del terremoto: ho imparato ad affrontarlo. Bisogna trovare la forza dentro di noi».
Nel giorno della memoria è arrivato anche il messaggio di Guido Bertolaso, che nel 2002 coordinò gli interventi della Protezione civile:
«Dopo ventitré anni, il ricordo di quel dolore profondo resta vivo in tutti noi. Non possiamo dimenticare la vicinanza dell’Italia intera alla comunità di San Giuliano in quel momento terribile. Abbraccio le mamme e i papà dei nostri angeli e della loro maestra, vittime innocenti di quell’immane tragedia».
A ventitré anni da quel giorno, San Giuliano di Puglia resta un simbolo: del dolore, ma anche della rinascita. «La memoria non si esaurisce nei gesti simbolici – ricordava Termolionline – ma vive nelle scelte quotidiane, nei controlli, nella responsabilità civile».
E ogni anno, quando le campane tornano a suonare, il paese si stringe in silenzio, sapendo che ricordare non basta: bisogna continuare a vigilare, costruire, educare.
San Giuliano è, e sarà per sempre, il paese della dignità.

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