Colletorto si trova davanti a una ferita aperta che da nove anni non smette di sanguinare. La Residenza sanitaria assistenziale (Rsa), completata nel 2016 e costata milioni di euro di risorse pubbliche, è rimasta chiusa, inutilizzata, abbandonata. Un edificio che avrebbe dovuto rappresentare un presidio di cura e dignità per gli anziani e le famiglie del territorio, oggi è ridotto a un simbolo di spreco e immobilismo istituzionale.
Il sindaco Cosimo Damiano Mele ha deciso di rompere il silenzio con una dichiarazione pubblica che scuote la comunità: se l’Asrem Molise non consegnerà la struttura al Comune in tempi rapidi, valuterà “azioni eclatanti, incluse le dimissioni”. Non come gesto di resa, ma come atto di denuncia contro un sistema che calpesta i diritti delle comunità locali.
La vicenda parte nel 2009, quando il Comune di Colletorto acquistò un terreno con risorse pubbliche, destinandolo all’Asrem per la costruzione della Rsa. Nel 2010 l’area fu consegnata, e nel 2016 la struttura fu completata. Da allora, però, nessuna apertura. Nessun servizio. Nessun sollievo per gli anziani e le loro famiglie.
In questi nove anni, il sindaco Mele ha tentato ogni strada: lettere e Pec inviate all’Asrem e alla Regione Molise; riunioni convocate e incontri richiesti; proposte di gestione diretta da parte del Comune; partenariati e convenzioni per salvare la struttura dall’abbandono.
La Regione e la Struttura Commissariale hanno persino approvato la proposta del Comune, invitando l’Asrem a definire le procedure per la consegna. Ma dall’azienda sanitaria, denuncia Mele, sono arrivati soltanto “silenzi, rinvii, promesse vuote”.
Intanto, il bisogno cresce. Gli anziani e le famiglie di Colletorto affrontano disagi enormi, costretti a rivolgersi a strutture lontane o a soluzioni improvvisate. La Rsa, che avrebbe potuto alleggerire il carico sociale e sanitario, cade a pezzi sotto lo sguardo delle istituzioni.
«Non intendo più essere complice di questo scandalo – ha dichiarato Mele – né prestare la mia figura di sindaco a un sistema che usa i territori e poi li dimentica. Se qualcuno pensa che Colletorto sia solo un nome su una mappa, sappia che noi non stiamo zitti. E se serve, sarò io il primo a gridarlo».
La minaccia di dimissioni non è un gesto personale, ma un atto politico. Mele lo chiarisce: non si tratta di resa, bensì di denuncia. Una scelta estrema per costringere le istituzioni a guardare in faccia la realtà.
Il caso della Rsa di Colletorto diventa così simbolo di una battaglia più ampia: quella per la dignità delle comunità locali, che chiedono servizi, rispetto e futuro. Non un privilegio, ma un diritto.
La dichiarazione del sindaco ha acceso il dibattito in paese. C’è chi teme che le dimissioni possano lasciare Colletorto senza guida, e chi invece vede nell’atto di rottura l’unico modo per scuotere le istituzioni. In ogni caso, la vicenda ha riportato al centro la questione della Rsa, trasformandola da problema dimenticato a tema di mobilitazione civile. La domanda ora è una sola: l’Asrem continuerà a tacere, lasciando che la struttura marcisca, o finalmente consegnerà al Comune un bene che appartiene alla comunità.
























