Durissimo intervento dell’ex sindaco di Santa Croce di Magliano, Giovanni Gianfelice, che nelle ultime ore ha preso posizione contro il consigliere regionale Sabusco dopo le sue parole sull’intesa per la cessione dell’acqua molisana alla Puglia. Parole che, secondo Gianfelice, suonano come uno schiaffo a un territorio che da anni affronta carenze idriche ormai strutturali.
«A leggere in questi giorni le farneticanti dichiarazioni del consigliere regionale Sabusco che “esprime soddisfazione per l’accordo sottoscritto per la cessione dell’acqua alla Puglia”, c’è da rimanere senza fiato e senza più speranze», esordisce Gianfelice, che punta il dito contro quella che definisce una classe politica incapace di difendere gli interessi del Molise: «Ormai è accertato che con questa classe politica non si va da nessuna parte, anzi la situazione peggiora giorno dopo giorno».
Il riferimento principale riguarda il territorio servito dal ramo destro dell’acquedotto molisano, area da cui proviene lo stesso Sabusco. «Proprio lui – incalza l’ex primo cittadino – che proviene da un territorio che già da decenni vede alcuni Comuni, come per esempio Santa Croce di Magliano, ricevere l’acqua a giorni alterni, con le difficoltà e i disagi che tutti immaginiamo, eccetto Sabusco e i suoi sodali».
Tra le criticità richiamate da Gianfelice, anche la vicenda del serbatoio sopraelevato destinato proprio a Santa Croce, progettato da anni e finalmente finanziato «qualche anno fa», ma di cui oggi «si è persa traccia». Una sparizione che alimenta il malcontento: «Chiederei a Sabusco e alla maggioranza e minoranza in Regione di interessarsi di questi problemi, che sono anche quelli dei suoi concittadini di Montelongo, anziché sentirsi scioccamente soddisfatto per aver ceduto la poca acqua di cui disponiamo – non so fino a quando – alla Regione Puglia».
Gianfelice lega la questione anche al clima politico attuale, attribuendo alle forze di maggioranza e opposizione un atteggiamento di sudditanza nei confronti della vicina Puglia, dove si voterà a breve. «Evidentemente Sabusco pensa di dare una mano al centrodestra e la minoranza tace per dare una mano al centrosinistra, facendo attenzione a non urtare le suscettibilità pugliesi visto che in quella Regione tra qualche giorno si andrà al voto».
Il giudizio sulla Giunta regionale è netto: «Siamo messi malissimo, questa è la cruda e amara realtà. Abbiamo una Giunta regionale che non riesce ad avere un briciolo di credibilità, puntando almeno per una volta i piedi e far capire a tutti chi comanda in questo disastrato Molise, ormai terra di conquista e di spartizioni».
Un’accusa che si allarga anche alla delegazione parlamentare molisana, ritenuta incapace di opporsi a scelte penalizzanti: «La sconquassata delegazione dei Parlamentari molisani non riesce mai ad imporsi, a farsi rispettare, invece di ubbidire ciecamente senza mai opporre resistenza o addurre le nostre motivate argomentazioni».
L’ex sindaco richiama poi la fragilità idrica del Molise, aggravata dalla siccità degli ultimi anni e dalle necessità dell’agricoltura, che rimane la principale fonte di reddito regionale. «Questi amministratori lo sanno che il Molise è un piccolo lembo di terra che vive principalmente di agricoltura e che senza acqua non si produce niente? Lo sanno che la prima fonte di reddito proviene dall’agricoltura o sono convinti che viviamo di rendita così come vivacchia questa indegna classe politica?».
Secondo Gianfelice, è legittimo e condivisibile cedere acqua «quando ce n’è in abbondanza e magari si deve scaricare l’eccesso in mare», ma «tutt’altra storia è quando, così come appare la situazione in questi ultimi anni di scarse precipitazioni, si vuole addirittura privare il fabbisogno dei molisani per cederlo ad altri», mentre in diversi centri – «compreso il capoluogo» – si registrano razionamenti già in pieno inverno.
Il suo appello, esploso ormai in un grido di protesta, si conclude con una richiesta di assunzione di responsabilità da parte della classe politica regionale: «Basta! Basta servilismo, basta malaffare, basta connivenze, basta connubi e comunelle. Se non siete capaci di amministrare – e lo stiamo vedendo – chiedete scusa, abbiate almeno questo ultimo senso di orgoglio e di rispetto per il Molise e i molisani e andate a casa».
E, rivolgendosi direttamente al Consiglio regionale, aggiunge: «Se pensate che stiamo ancora scherzando, dateci la parola, invitateci in Consiglio regionale: vi ringrazieremo almeno per averci concesso la possibilità di invitarvi a sgomberare il campo e le poltrone guardandovi in faccia. Inetti! La pazienza ha un limite».
Un intervento che fotografa un malcontento diffuso, soprattutto nelle aree interne e agricole, e che riaccende un dibattito mai risolto sulla gestione della risorsa idrica, tra esigenze locali, rapporti interregionali e decisioni politiche percepite come lontane dalle comunità molisane.

























