La nascita del Parco Nazionale del Matese continua a generare tensioni sul territorio, con un numero crescente di ricorsi che stanno affluendo presso i Tribunali amministrativi di Lazio e Campania. Secondo le informazioni raccolte nelle scorse ore, sono almeno 11 i contenziosi già formalizzati contro i provvedimenti di perimetrazione e zonizzazione del nuovo Parco nazionale, ma il numero potrebbe essere superiore considerando che diversi enti e comitati non hanno ancora iscritto al ruolo le proprie impugnazioni e hanno tempo per farlo fino al 7 di agosto. Complessivamente, si stima possano arrivare a 14 in totale, senza contare gli interventi ad opponendum.
Sul versante campano, il quadro presenta diverse sfaccettature: tra i ricorsi iscritti al ruolo figurano quelli di Federcaccia Campania che ha scelto di rivolgersi al Tar Lazio, così come i Comuni di San Lupo, Castello del Matese e Letino, a cui si aggiunge il Comune di Gallo Matese che ha però depositato il ricorso al Tar Campania. A questi si aggiunge poi quello di una società che opera nel campo del settore eolico.
Sul versante molisano al momento risultano iscritti i ricorsi di almeno tre ditte operanti nel settore del cemento e delle cave, oltre all’Ambito territoriale caccia numero 3 di Isernia.
Ieri, inoltre, è stato depositato il ricorso dei Comitati Matese Libero, No Parco territorio libero e Allevatori e agricoltori del territorio, oltre a quello dei Comuni di Campochiaro e Guardiaregia a cui si potrebbe aggiungere Longano.
Le principali questioni oggetto di impugnazione riguardano tre aspetti fondamentali: le norme di salvaguardia, ritenute troppo restrittive per le attività economiche del territorio; la perimetrazione, contestata sia per l’inclusione di aree considerate non idonee sia per l’esclusione di zone ritenute meritevoli di tutela; le presunte irregolarità nella procedura istitutiva, con riferimento alla fase di consultazione pubblica e alla valutazione delle osservazioni pervenute.
Secondo alcune fonti bene informate, alcune udienze per la discussione delle richieste di sospensiva sarebbero state fissate già per i primi di agosto.
Nel frattempo, si registra la presenza di interventi ad opponendum da parte di associazioni ambientaliste a sostegno quindi della legittimità dell’istituzione del Parco nazionale.
Un mosaico che evidenzia la complessità della situazione territoriale e la necessità di un confronto approfondito tra le istituzioni e soggetti interessati. Una vicenda di natura interregionale che potrebbe comportare tempi lunghi per una definizione unitaria delle questioni maggiormente controverse.
L’evolversi della situazione processuale nelle prossime settimane sarà determinante per comprendere se sarà possibile trovare soluzioni condivise o se il percorso di istituzione del Parco dovrà necessariamente passare attraverso l’iter giudiziario sostanzialmente già avviato. Sta di fatto che il Parco, ormai è evidente, non è riuscito a mettere tutti d’accordo, anzi, ci sarà da sciogliere alcune questioni che riguardano in particolar modo il futuro occupazionale dei territori coinvolti.