Il suono antico delle zampogne del Matese ha risuonato ancora una volta nel cuore della cristianità, questa volta davanti a Papa Leone XIV, durante l’Udienza generale di Natale 2025 in Piazza San Pietro. Un incontro che resterà inciso nella memoria della comunità di Bojano e dintorni e, per chi vi ha partecipato, nel cuore come una vera e propria grazia natalizia.
Le zampogne, simbolo potente delle radici pastorali e spirituali del Molise, hanno fatto vibrare la piazza sotto un sole d’inverno che ha rotto ogni timore di freddo e pioggia. Per i musicisti matesini, l’emozione dell’attesa si è trasformata in un dono inatteso: la possibilità di offrire di persona al Santo Padre il frutto della loro arte e della loro fede.
Tra loro, Daniele Romano, volto e voce ormai familiare in Vaticano, ha rivissuto la meraviglia dell’incontro con un nuovo Pontefice. Da bambino, appena cinque anni, aveva stupito papa Benedetto XVI con la sua ciaramella; due anni fa, aveva suonato dinanzi a Papa Francesco, ricevendone un sorriso e un lungo applauso. Oggi, davanti a Leone XIV, la sua musica ha rappresentato non solo una tradizione, ma una storia di continuità e devozione che attraversa generazioni.
Romano, insieme agli altri zampognari del gruppo matesino, ha donato al Pontefice un simbolico omaggio natalizio, segno tangibile del legame tra Bojano e la spiritualità universale che si rinnova ogni anno. «Ero scettico, temevo che non avremmo potuto incontrarlo, che il freddo ci avrebbe fermato – racconta Daniele – ma il Signore ha voluto altrimenti. Ci ha regalato un cielo limpido e l’emozione più grande: stringere la mano al Papa e vedere il suo sorriso. In quel momento, per me, era davvero Natale».
Un sentimento che non appartiene solo a chi era presente in Piazza San Pietro, ma all’intero Molise, che in questi suoni ritrova ogni anno la propria anima. Trent’anni di viaggi, melodie e preghiere a Roma hanno reso gli zampognari di Bojano custodi di una tradizione che sa parlare anche al presente, capace di commuovere e unire.
Per il gruppo matesino sono 33 anni di presenza in Vaticano. La prima volta nel 1993 con San Giovanni Paolo II: storia raccontata in un libro che presto vedrà la luce.
Ieri le zampogne hanno fatto risuonare per circa un’ora (in attesa dell’arrivo del Santo Padre) tutta la piazza dove erano presenti più di 50mila persone.
Il Papa ha poi svolto la sua catechesi sul tema della imminente festa del santo Natale. Ha richiamato la necessità di vivere la gioia della festa in pienezza ma con sobrietà. Stare attenti all’ inganno dell’eccesso di consumismo, che lascia il vuoto e l’insoddisfazione. Citando Sant’Agostino ha ricordato che il cuore dell’uomo sperimenta la felicità solo riposando in Dio e vivendo l’ amore.
Al termine ha impartito la benedizione ai presenti, esortando a estenderla ai cari, ai bambini, agli anziani, ai malati.
Al Papa, gli zampognari molisani hanno infine consegnato la lettera di auguri inviata dai ragazzi del centro socio educativo di Bojano, inviando un Angelo di Natale da loro realizzato. Ma non solo perché è stata donata una penna artigianale fatta dall’estroso e poliedrico bojanese Angelo Patullo. Mentre Daniele ha consegnato a Leone XIV una sua nota personale con un’offerta per i senzatetto che vivono sotto il colonnato.
In un tempo che sembra correre troppo veloce, le note delle zampogne bojanesi ricordano che il Natale non è soltanto una data, ma una grazia da riconoscere, ogni volta, nel calore delle radici.
foto credit: Vatican Media

























