Proseguono le indagini sul grave episodio avvenuto lunedì nei pressi della galleria Vazzieri, dove una bottiglia è stata lanciata dal cavalcavia colpendo in pieno un pullman diretto ad Avellino. Si tratta del secondo caso registrato nell’arco di un mese nella stessa area.
Secondo le prime ricostruzioni, l’oggetto – con molta probabilità una bottiglia di vetro – è stato scaraventato dal cavalcavia e ha centrato in pieno il parabrezza del mezzo. L’impatto ha infranto il vetro e alcune schegge hanno raggiunto il conducente agli occhi. Nonostante il colpo subito, l’autista è riuscito a mantenere il controllo del veicolo, accostare in sicurezza e mettere al riparo i passeggeri. L’uomo è stato poi affidato alle cure dei medici del Pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli.
Il caso, inizialmente gestito dalla Polizia Municipale, passa ora alla Polizia di Stato, che coordinerà le ulteriori attività investigative. Già nel giorno dell’incidente è stato ascoltato un testimone oculare: l’uomo ha riferito di aver visto una persona sul cavalcavia e ha fornito elementi ritenuti utili agli inquirenti. Un dettaglio che rende sempre più concreta l’ipotesi di un atto volontario.
A complicare le indagini è la totale assenza di telecamere di videosorveglianza nella zona, una mancanza che avrebbe potuto offrire riscontri preziosi sulle responsabilità.
Sull’episodio interviene anche il coordinatore provinciale dell’Uiltrasporti Molise, che ha espresso forte preoccupazione, sottolineando come questi atti rappresentino un grave problema di sicurezza pubblica e di tutela dei lavoratori, in particolare degli autisti e degli operatori del trasporto pubblico: «Come organizzazione sindacale ribadiamo con fermezza la necessità di intensificare i controlli lungo quel tratto di strada, al fine di prevenire ulteriori episodi e garantire condizioni di lavoro e di viaggio adeguate e sicure.
Riteniamo inoltre che l’installazione di dash cam a bordo degli autobus possa costituire una misura utile per l’individuazione dei responsabili di tali atti vandalici. L’utilizzo di questi dispositivi rappresenterebbe un importante deterrente e uno strumento concreto per supportare eventuali attività investigative» queste le possibili soluzioni proposte dal coordinatore Scafa. «Pertanto, chiediamo un intervento dell’illustrissimo prefetto, affinché possa valutare l’opportunità di imporre alle aziende l’adozione di tali sistemi di registrazione, contribuendo così a prevenire, o quantomeno ridurre in modo significativo, il ripetersi di episodi così gravi».

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