Minacce, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. La Polizia di Stato di Campobasso, su richiesta della Procura della Repubblica, ha dato esecuzione a due distinte misure cautelari di divieto di avvicinamento, con applicazione del braccialetto elettronico, nei confronti di due uomini indagati per reati contro la persona e la famiglia.
Gli interventi sono stati condotti dal personale della Squadra Mobile nell’ambito di due procedimenti separati, entrambi riconducibili a casi di violenza domestica e maltrattamenti.
Nel pomeriggio del 28 novembre il personale della Squadra Mobile ha eseguito l’ordinanza cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Campobasso nei confronti di un trentenne del capoluogo. L’uomo è indagato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate nei confronti dell’ex compagna 26enne.
Secondo quanto ricostruito le condotte violente, fisiche e verbali, sarebbero iniziate nel 2019, spesso alla presenza dei due figli minori della coppia, di sei e tre anni. Nonostante la fine della convivenza, gli episodi sarebbero proseguiti durante gli incontri per la gestione dei bambini, con l’uomo che in un’occasione avrebbe forzato con un piede di porco la porta d’ingresso dell’abitazione dell’ex compagna, danneggiando arredi e infissi, prima di essere fermato dalle volanti della Polizia. L’episodio più recente a novembre, quando l’indagato, presentatosi ubriaco, avrebbe aggredito l’ex compagna e due amici intervenuti in suo aiuto, in presenza dei figli minori.
Nel pomeriggio del 1° dicembre, invece, è stata data esecuzione a una seconda misura cautelare, sempre con divieto di avvicinamento e braccialetto elettronico, nei confronti di un quarantenne di Campobasso. L’ordinanza è stata emessa nell’ambito di un’indagine per minacce gravi e lesioni personali aggravate ai danni dell’ex moglie, una donna di 26 anni.
Dalle indagini è emerso che la coppia, divorziata nel 2024, aveva ripreso la convivenza nel 2025, poi interrotta dalla donna per i comportamenti oppressivi dell’uomo. L’ultimo episodio violento a novembre all’interno di una struttura sanitaria, dove una discussione sulla gestione della figlia minorenne sarebbe degenerata in un’aggressione verbale e fisica, interrotta solo dalle urla della vittima.
Entrambi i procedimenti si trovano attualmente nella fase delle indagini preliminari. Gli indagati, come previsto dalla legge, potranno esercitare nell’ottica difensiva tutti i rimedi processuali consentiti dal codice di rito.
Vicende che rientrano in una tipologia di reati sempre più frequente. La Procura della Repubblica ribadisce l’importanza di un «contrasto capillare tempestivo e necessario anche al fine di prevenire più gravi reati. Nel corso dell’anno, numerose sono state le attività d’indagine condotte nell’ambito del “Codice Rosso” trattate dalle forze di polizia di questo distretto».

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