Un Incontro con gli autori del Numero Speciale della rassegna “I Carabinieri del 1944 – Le resistenze al regime collaborazionista”, tra approfondimenti storici, ricostruzioni dettagliate e nuovi elementi emersi nel corso del tempo che ridisegnano le gesta dell’Arma nel delicato periodo di conflitto mondiale.
L’Aula Magna del Convitto “Mario Pagano” ha offerto, ieri pomeriggio, preziosi momenti di dibattito con la presenza del Tenente Flavio Carbone, redattore capo della rassegna, e di Sergio Bucci, storico e giornalista Rai, che ha fornito ricostruzioni dettagliate partendo dai suoi due saggi storici, partendo dai protagonisti nazionali dell’epoca fino alla situazione molisana, cui è dedicata la presentazione di “Carabinieri in Molise 1943 – 1944”.
Presenti, oltre al Prefetto di Campobasso, anche il vicesindaco Colucci, intervenuto in rappresentanza di Palazzo San Giorgio, nonchè una nutrita pattuglia di giovani alunni provenienti dalle scuole del capoluogo.
«In questa occasione si parla di storia, si parla di una cosa cara – apre il suo intervento il Generale Antonino Neosi, Comandante della Legione Carabinieri Abruzzo e Molise – lo si fa attraverso racconti per fare cultura e per riavvolgere il nastro su quello che fu un momento difficile del nostro paese, una fase divisiva. La nostra istituzione dei Carabinieri ha rappresentato un caposaldo, riconosciuta affidabile dall’esistenza. Eravamo nella Resistenza, eravamo ad accompagnare gli Alleati, eravamo nei momenti cruciali. Questo incontro, questi volumi, danno una grande possibilità: poter leggere queste carte in maniera diversa, privi di pregiudizio, privi di ideologia, per rileggerla e dare spazio alla ricerca scientifica. Agli ospiti di oggi va dato questo merito, di averci favorito questo dono».
Poi, un ricordo ai cittadini molisani che persero la vita. «Dobbiamo tanto a quei molisani che hanno perso la vita. Loro hanno contribuito a salvare gli ebrei, e tra questi ci sono appunto dei molisani. Per anni si è dimenticato lo scempio dei cittadini infoibati, migliaia costretti a lasciare le proprie case per una logica di guerra e di sopruso. L’uniforme che porto e questi studi mi hanno permesso di fare tante considerazioni diverse».
«Ma nessuno conosce il numero – ha aggiunto – di quanti italiani hanno perduto la vita. Il sacrificio di questi concittadini molisani ci spinge a doverli ricordare anche ai nostri figli e ai nostri ragazzi».
I due volumi presentati ieri, come detto, hanno visto la luce solo dopo una meticolosa ricerca, per dare uno slancio alla stessa ricerca storiografica, apparsa fino a quel momento stagnante. I volumi si avvalgono di studiosi che hanno guardato con grande attenzione agli archivi e a documenti già presenti, con una lettura diversa che dia modo al lettore di cogliere altre sfumature. Un’analisi complessa, ma che partono dalla una considerazione di base: il riconoscimento dei Carabinieri come forza necessaria per il territorio.
Diversi i passaggi di natura storica affrontati dallo storico Sergio Bucci, sui quali si è intrecciato un dibattito approfondito, sempre partendo da un 1943 colmo di aneddoti umani, ribattezzato dal giornalista «l’anno drammatico, dei bombardamenti delle nostre città, della caduta, dei dietrofront anche raccolti in un solo giorno».

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