Un silenzio carico di dolore ha avvolto ieri mattina la chiesa di San Giovanni Battista, gremita fino all’ultimo banco per l’ultimo saluto ad Adamo D’Aversa, il 56enne tragicamente scomparso sabato scorso in un incidente in moto lungo la strada provinciale Gildonese. Un dolore composto ma palpabile ha unito familiari, amici e colleghi, accorsi numerosi per stringersi attorno alla moglie Tiziana, ai genitori e al fratello Franco, titolare di una nota attività di ristorazione a Vinchiaturo, paese d’origine di Adamo.
Una folla commossa, incredula di fronte a una perdita tanto improvvisa quanto ingiusta. Le lacrime si mescolavano ai ricordi, quelli di chi ha conosciuto Adamo nella quotidianità, nel suo lavoro come autista di scuolabus per il Comune di Campobasso, nel suo sorriso gentile che accompagnava i bambini ogni giorno. Un volto amico, una presenza discreta ma preziosa, che ora lascia un vuoto difficile da colmare.
Durante la cerimonia, le parole di don Antonio D’Orsi hanno toccato il cuore di tutti: «Un gigante buono», così ha definito Adamo, sottolineando la sua capacità di portare gioia anche nei momenti più ordinari, la sua simpatia contagiosa, la sua voglia di vivere. Una persona dal cuore grande nella vita come nella morte: in sua memoria, infatti, le offerte raccolte durante il funerale saranno destinate ad aiutare famiglie bisognose. Un gesto che rispecchia fino in fondo l’anima generosa di Adamo.
Anche la sindaca di Campobasso, Marialuisa Forte, durante il discorso pubblico per il Corpus Domini, all’indomani della tragedia, aveva rivolto un pensiero speciale ad Adamo, ricordandolo come un uomo di valore al servizio della comunità.
La moto, per Adamo, non era solo passione. Era libertà, era respiro. Era parte di lui. E proprio su quella moto, in un sabato qualunque che doveva essere solo un’altra giornata di sole e di strada, il destino ha voltato pagina troppo in fretta.
«Di fronte a tragedie così immani – ha concluso don Antonio – non esistono risposte. Solo la fede può sostenerci».
Al termine della cerimonia, un lungo applauso ha accompagnato il feretro all’uscita dalla chiesa. Un applauso rotto dai singhiozzi, ma carico di gratitudine per una vita che, pur breve, ha lasciato un segno profondo nel cuore di tutti.

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