Un altro mattone del palazzo della storia politica campobassana abbandona la scena terrena per andare a fortificare le costruzioni celesti. Si tratta di Gerardo Litterio, classe 1926 – a dicembre avrebbe compiuto 99 anni – originario dell’Alto Molise, Pescopennataro per la precisione, per un decennio sindaco del capoluogo regionale. Geometra, stesso titolo di studio di Gino Di Bartolomeo, collega primo cittadino che l’ha preceduto di poco più di tre anni (18 febbraio 2022) nel ritorno alla casa del Padre, è stato un pezzo pregiato, dal punto di vista lavorativo, dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Campobasso.
Nato e cresciuto democristiano, è stato più volte eletto consigliere comunale, prima di salire, con la tornata elettorale del 1980 e quella successiva del 1985, sullo scranno più alto di Palazzo San Giorgio, dopo alcuni mesi di governo della città da parte di Antonio Macchiarola, quest’ultimo passato poi a prendere le redini di Palazzo Magno in via Roma, sede della Provincia. Litterio è stato primo inquilino di Palazzo San Giorgio fino all’11 luglio del 1990, esattamente, di ieri, giorno delle esequie, trentacinque anni fa. È stato preceduto nell’incarico da Antonio Macchiarola e, ancora prima, da Nunzio Ruta, quest’ultimo uno dei pochi primi cittadini ad aver resistito per un quinquennio completo nel mandato, dal 1975 al 1980. Gli sono succeduti poi Vittorio Rizzi (due anni) e Vincenzo Di Grezia (tre anni), ultimi sindaci della imbattibile Democrazia Cristiana, prima dell’ascesa dell’ottimo Augusto Massa, dei Democratici di Sinistra, che ha regnato per un decennio.
Ed è stato proprio Massa, uno dei pochi amministratori che ha voluto onorare la memoria del collega con la sua presenza in chiesa, a rappresentare la categoria politica, del tutto assente, specie in quella che attualmente “abita” nella sede comunale di piazza Vittorio Emanuele. Nella ristrutturata parrocchia di San Giovanni, ove si celebra la gran parte dei funerali del capoluogo e ove si cercano ancora benefattori per l’acquisto di nuovi fari per illuminare il luogo di culto, infatti, non hanno brillato, per partecipazione, amministratori di ogni livello; notati, oltre a Massa, un paio di ex assessori del periodo di Litterio, Emilio Natarelli e Pietro Carriero, e il presidente dell’associazione ex consiglieri regionali, Gaspero Di Lisa.
Persona garbata, educata, umile, generosa, disponibile, Gerardo Litterio ha ereditato lo scettro di timoniere del capoluogo, come detto, dopo il quinquennio precedente gestito da Nunzio Ruta. Ha caratterizzato il suo impegno con entusiasmo e voglia di fare, concretizzando numerose iniziative a favore della collettività campobassana, nella prima parte del suo mandato, impegnata a metabolizzare le imprese calcistiche del Campobasso Calcio di Tonino Molinari. Con il quale ha avuto parecchi “scontri” in merito alla realizzazione del nuovo impianto di Selva Piana, che poi sarà inaugurato, grazie alla tenacia e alla disponibilità di Litterio, il giorno 13 febbraio 1985, con la storica sfida dell’andata degli ottavi di Coppa Italia con la Juve di Platini e Trapattoni, vinta dai rossoblù per una rete a zero.
Tante altre opere hanno trovato cittadinanza nell’amministrazione Litterio, ma sicuramente quella dello stadio è la più famosa e ricordata, per il suo alto valore sociale che ha rappresentato all’epoca. Un uomo dai “sentimenti nobili”, come l’ha definito il celebrante, don Luigi Di Nardo, che ha saputo trasmetterli alla famiglia, ai figli Ludovico, Giovanna e Marialuisa, con infinito amore.
La morte della sua compagna, l’indimenticabile e inseparabile professoressa di dattilografia Lucia De Matteo, avvenuta nel mese di gennaio di quest’anno, ha rappresentato certamente un punto di partenza del declino fisico e psicologico di Gerardo, le cui condizioni di salute si sono aggravate negli ultimi tempi.
Ai familiari tutti giungano le più sentite espressioni di partecipazione al dolore da parte di Primo Piano Molise, Teleregione e Radio Hollywood.
Michele D’Alessandro

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