Due gravi episodi di violenza domestica e maltrattamenti nei confronti di donne hanno scosso Campobasso nella giornata di mercoledì 16 luglio 2025, portando all’adozione di misure cautelari a tutela delle vittime.
Il primo caso riguarda un 39enne del capoluogo, gravemente indiziato del reato di atti persecutori nei confronti della ex compagna, una donna di 36 anni, anch’ella residente a Campobasso. L’uomo, secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica e condotte dai Carabinieri della Stazione locale, avrebbe sottoposto l’ex convivente a una lunga serie di comportamenti violenti, minacciosi e ingiuriosi, sfociati nel tempo anche in aggressioni fisiche. Le violenze, inizialmente psicologiche, erano divenute col tempo sempre più gravi, tanto da costringere la donna a ricorrere più volte alle cure del pronto soccorso ospedaliero. La vittima ha raccontato di vivere in un costante stato di paura, al punto da modificare radicalmente le proprie abitudini di vita nel timore di incontrare l’uomo.
Alla luce degli elementi raccolti, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Campobasso ha disposto, su richiesta della Procura, la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da essa frequentati, con l’obbligo di mantenere una distanza minima di 500 metri, oltre all’applicazione del braccialetto elettronico. In caso di rifiuto del dispositivo, è stato previsto anche il possibile divieto di dimora nella provincia di Campobasso.
Poche ore dopo, un altro provvedimento è stato eseguito dagli agenti della Polizia di Stato, sempre nel capoluogo molisano. Questa volta a finire nel mirino della giustizia è stato un 30enne, ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia nei confronti della compagna, una 40enne con la quale conviveva. Le indagini hanno fatto emergere un quadro preoccupante: l’uomo, negli ultimi mesi, avrebbe più volte sottoposto la donna a violenze fisiche e verbali anche in presenza della figlioletta di pochi mesi. Episodi mai denunciati prima dalla vittima, che avrebbe taciuto per paura e vergogna. Solo in occasione dell’ultima aggressione, avvenuta il 30 giugno scorso, la donna aveva trovato il coraggio di chiamare il 113. Tuttavia, in preda alla paura, aveva subito dopo tentato di revocare la richiesta d’intervento. Gli agenti, intuendo la gravità della situazione, erano comunque intervenuti trovando la donna e la bambina in evidente stato di agitazione, mentre l’uomo si era già allontanato dall’abitazione.
Le successive indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Campobasso, coordinate dalla Procura, hanno permesso di raccogliere prove sufficienti per chiedere e ottenere dal Gip l’applicazione della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, con il divieto di avvicinamento alla donna e alla figlia e con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico.
«Si tratta di fenomeni purtroppo sempre più frequenti – ha dichiarato il procuratore Nicola D’Angelo – che richiedono risposte tempestive e rigorose da parte della magistratura e delle forze dell’ordine. Nel solo anno in corso sono già stati trattati oltre 40 casi di “Codice Rosso” nel nostro distretto, con numerose misure cautelari eseguite per tutelare le vittime e prevenire esiti ancor più drammatici».
Entrambi i procedimenti si trovano attualmente nella fase delle indagini preliminari. Gli indagati, come previsto dal codice di procedura penale, potranno far valere in questa fase tutti i mezzi di difesa a loro disposizione.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*