Attacchi su tutti i fronti. Prima dall’ex assessore esterno della giunta Battista a trazione Pd, ed ora vicina al Cantiere civico, Emma de Capoa, ora direttamente dal leader di Costruire democrazia Massimo Romano. Nel mirino gli esponenti l’esecutivo del Comune di Campobasso, in particolare i due ‘dissidenti’ del Cantiere civico Adele Fraracci e Angelo Marcheggiani, ovvero coloro che non si sono piegati al diktat delle dimissioni di massa (e ritorno alle urne dopo il periodo di commissariamento, ndr) invocate da Pino Ruta all’indomani della crisi di aprile, lasciando il gruppo e rientrando in giunta. Da qualche settimana, sfumata anche l’ipotesi di una mozione di sfiducia da ‘condividere’ con il centrodestra, sembrano amplificate le voci critiche dell’area civica che, attraverso i social, non perdono occasione per ‘fare le pulci’ ai due assessori. Assessori, va ricordato, scelti e proposti direttamente da Pino Ruta dopo l’accordo del ballottaggio, alla luce delle loro competenze e professionalità e che ora, con l’addio al Cantiere civico, sembrano magicamente sparite.
Archiviato il capitolo cultura, ieri la polemica si è concentrata sulla sanità. Il consigliere regionale di Costruire democrazia ha definito gli inquilini di Palazzo San Giorgio «gli addormentati nel bosco», colpevoli di immobilismo rispetto alla situazione regionale.
«Sono giorni cruciali per il destino della sanità regionale e dell’Ospedale Cardarelli – scrive Romano – ma il Comune di Campobasso, che dovrebbe presidiare l’attività della struttura commissariale e della Regione pretendendo di sedere al tavolo delle decisioni e avere voce in capitolo, invece, è totalmente latitante. Non pervenuto, sia a livello politico che istituzionale.
Nelle ultime 2/3 settimane è successo di tutto: approvata la rete ictus che prevede la privatizzazione anche della trombectomia meccanica, trasferita dal Cardarelli a Pozzilli in violazione del P.O. vigente, persistendo l’assenza di alcuna previsione assistenziale per i politrauma; i rumors sulla chiusura di emodinamica del Cardarelli per spostarla al Responsible; ora il rischio di tracollo finanziario di Responsible con centinaia di dipendenti ancora senza stipendio e la messa a repentaglio della continuità assistenziale paventata dallo stesso presidente della Regione.
Il Comune di Campobasso ha la prerogativa istituzionale, oltre che politica, di rivendicare un ruolo nel procedimento decisionale di programmazione sanitaria, direttamente ovvero per il tramite della Conferenza dei Sindaci. Inoltre, ha la piena legittimazione processuale ad impugnare in sede giurisdizionale i provvedimenti che ledono il diritto alla salute dei propri cittadini. Come si spiega questa colpevole latitanza? Mera insipienza politica o complicità omissiva per non disturbare il manovratore (e i voltagabbana in pectore pronti al salto della quaglia)?
Eppure non dovrebbe essere difficile comprendere come intervenire: basta copiare i documenti che abbiamo presentato e già discusso in Consiglio regionale, oppure quelli presentati in Consiglio comunale da Pino Ruta e dal Cantiere civico, dove sono stati focalizzati tutti i nodi tecnici per avere il quadro completo e preciso della situazione, criticità e possibili soluzioni.
A questo scenario desolante si aggiunge la pena di vedere vanificati gli sforzi che come Cantiere civico abbiamo fatto per dotare il comune capoluogo di uno specifico assessorato alla salute (Angelo Marcheggiani,ndr) quale presidio istituzionale necessario per fare da contraltare politico alla filiera sanitaria di destra Governo – struttura commissariale – Regione, silente e distratto da settimane mentre stanno finendo di smantellare il diritto alla salute dei molisani».

























