Una giornata storica per l’edilizia scolastica del capoluogo: ieri Campobasso ha salutato con entusiasmo la ‘rinascita’ della scuola dell’infanzia di via Tiberio, che da oggi accoglierà i piccoli alunni dell’istituto D’Ovidio. Una cerimonia che è andata ben oltre la semplice inaugurazione di un edificio: è stata la restituzione di un luogo di vita, di crescita e di comunità, a sette anni dalla chiusura del vecchio plesso.
A dare il via all’evento la benedizione del vescovo Biagio Colaianni, che ha affidato simbolicamente i nuovi spazi ai bambini e alle loro famiglie. Accanto a loro la sindaca Marialuisa Forte, la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale Maria Chimisso, la dirigente scolastica Rita Massaro e numerose autorità cittadine. Presenti anche insegnanti e alunni, protagonisti del momento più atteso: il taglio del nastro, accolto da un applauso scrosciante e da occhi pieni di curiosità.
Nel 2018 uno studio dell’Unimol aveva decretato la vulnerabilità strutturale della vecchia scuola, poi demolita nel 2023. Oggi, a distanza di due anni, lo spazio si trasforma in un moderno presidio educativo: sette sezioni disposte in altrettante aule luminose, ciascuna con bagno interno, un ampio giardino esterno per attività ludiche e didattiche, un parcheggio e un impianto fotovoltaico che renderà la struttura autosufficiente dal punto di vista energetico. In totale, fino a 140 bambini potranno crescere in un ambiente sicuro, sostenibile e a misura di infanzia.
Un’opera resa possibile grazie ai fondi del Ministero dell’Interno, reperiti dalla ex giunta Gravina, per un importo iniziale di 1,3 milioni di euro, integrati successivamente da ulteriori 328mila euro grazie alle risorse del Conto Termico del Gse, dedicate all’efficienza energetica e all’uso di fonti rinnovabili.
«Questa non è solo una scuola, è un segnale di speranza e innovazione – ha dichiarato la sindaca Forte -. È la prima che consegniamo alla città, e presto seguiranno quelle del Cep, di via Verga, la Montini e la nuova D’Ovidio. Qui ogni spazio è stato pensato per accompagnare i bambini nella crescita: dalle aule con servizi autonomi, che favoriscono l’indipendenza, alle aree verdi che diventano parte integrante della didattica. Lo spazio non è un dettaglio, è il ‘terzo insegnante’, e questa scuola ne è la dimostrazione».
Intanto, gli alunni che finora erano ospitati in via Berlinguer si preparano a entrare nella nuova sede, mentre i ragazzi della primaria D’Ovidio verranno accolti proprio nell’edificio di via Berlinguer. Per agevolare i trasferimenti, l’amministrazione ha attivato un servizio navetta dal monumento ai Caduti.
«Quella di via Tiberio è solo la prima tappa – ha sottolineato l’architetto Giuseppe Giarrusso, dirigente dell’Area Sviluppo del Territorio di Palazzo San Giorgio -. Tutti i nuovi plessi saranno NZEB, edifici a energia quasi zero, sicuri sul piano sismico e dotati degli spazi adeguati. Non poteva essere diversamente in un territorio segnato dalla tragedia di San Giuliano. Entro il 2026 completeremo scuole dell’infanzia e a seguire le elementari: l’obiettivo è riconsegnare alla città un patrimonio scolastico completamente rinnovato».
E guardando al futuro, Giarrusso ha annunciato anche la ripartenza dei lavori per la scuola di Mascione, dopo anni di difficoltà: «Il nuovo progetto è pronto, la scuola vedrà la luce nel 2026».
Per la dirigente scolastica Rita Massaro l’inaugurazione non è solo un traguardo edilizio, ma un passo avanti nel costruire una comunità educante: «Restituire alla città un sito storico dell’infanzia è motivo di orgoglio. La nostra scuola sarà un luogo aperto, inclusivo, capace di accogliere la diversità e di preparare i bambini alle sfide di un mondo in continuo cambiamento».
Con la nuova scuola di via Tiberio, Campobasso non solo recupera un edificio, ma costruisce un futuro: sicuro, sostenibile e capace di mettere davvero i bambini al centro. sl
























