Nervi tesi e clima incandescente ieri mattina nel parcheggio dell’istituto di via Berlinguer dove la sindaca Marialuisa Forte ha incontrato i genitori dei piccoli alunni per illustrare le nuove disposizioni riguardanti il plesso finito nell’occhio del ciclone dopo le segnalazioni delle famiglie e il sopralluogo del consigliere di opposizione Domenico Esposito.
Al centro della protesta, le condizioni degli spazi che da inizio anno ospitano le classi della Guerrizio e della D’Ovidio, trasferite nell’immobile di nuova destinazione provvisoria. Tra le criticità riscontrate, nello specifico, aule troppo strette, prive di luce naturale, rampa impraticabile, fili scoperti, bagni angusti e, in alcuni casi, privi di porte.
La prima cittadina si è presentata accompagnata dall’assessore Lello Bucci e dal consigliere Antonio Madonna, con l’obiettivo di chiarire i passaggi che hanno portato alla scelta della struttura. Presente anche il capogruppo di Forza Italia Esposito, che nei giorni scorsi si era fatto portavoce del malcontento. Assente, invece, la dirigente scolastica Rita Massaro che, per motivi ignoti, non ha preso parte al confronto tra genitori e amministrazione.
Secondo quanto spiegato dall’amministrazione, l’opzione di via Berlinguer è maturata dopo due bocciature da parte del consiglio scolastico: prima il rifiuto dei locali di Selvapiana, poi quello degli spazi dell’Avvocatura in via Garibaldi. «Le amministrazioni che mi hanno preceduto – ha ricostruito la sindaca Forte – avevano pensato a una scuola ponte a Selvapiana, ma il consiglio di istituto, composto da docenti, personale Ata e genitori, si è espresso contro. Lo stesso è accaduto con l’ex Avvocatura di via Garibaldi. Abbiamo continuato a cercare altre soluzioni, provando anche a chiedere aule ad altri istituti, ma senza esito. Alla fine la scelta è ricaduta su questo edificio. I primi ritardi, quindi, sono stati determinati da questo percorso complesso. L’impresa ci aveva garantito che entro il 15 settembre tutto sarebbe stato pronto, ma non è stato così. Non so perché la dirigente abbia deciso di anticipare l’apertura al sabato né perché oggi non sia presente. Noi, come potete vedere, ci siamo e ci mettiamo la faccia».
Forte ha rivendicato la volontà di conciliare le esigenze delle famiglie con quelle della scuola: «Come donna di scuola, come qualcuno mi ha definito, so quanto siano importanti non solo gli spazi, ma anche i tempi. Comprendo le difficoltà dei genitori, che non possono lasciare i figli a casa per motivi di lavoro, per questo abbiamo cercato di garantire comunque la didattica. Ma i ritardi sono imputabili soltanto all’impresa. I sopralluoghi ci sono stati, l’assessore Bucci è venuto ogni giorno e ci era stato assicurato che tutto sarebbe stato completato. Avevamo pensato, insieme alla dirigente, di far entrare i bambini mentre i lavori proseguivano ai piani superiori. Ora, se voi siete d’accordo, disporremo la chiusura per alcuni giorni, così da consentire all’impresa di completare gli interventi».
Parole che non hanno convinto i genitori, scettici sulle tempistiche: «Ci dovevate pensare prima» hanno gridato in coro. «Ora i bambini li portiamo in Comune, ce li tenete voi», le parole di una delle mamme che ha aggiunto: «Chi chiede scusa ai nostri figli per questo stop forzato? Sono bambini, vanno rispettati: così li state discriminando rispetto ai coetanei che frequentano altri istituti».
A tentare di calmare gli animi è stato anche l’assessore Bucci, che ha difeso la scelta della giunta: «A Campobasso non è stato semplice trovare un edificio da destinare a scuola. In accordo con la dirigente, questa ci è sembrata l’unica soluzione praticabile per ospitare i bambini per qualche anno. L’immobile ci era parso idoneo, anche perché già lo scorso anno aveva accolto una sezione della scuola dell’infanzia; quest’anno è stato necessario trasferire anche le classi della primaria. Una volta scelta la struttura, si è proceduto all’affidamento dei lavori, che non potevano iniziare prima di luglio perché l’edificio era occupato. L’impresa ci aveva garantito la consegna per l’inizio delle lezioni, ma in agosto si sono verificati ulteriori ritardi, anche per via della chiusura delle aziende. Al primo giorno di scuola sono emerse alcune criticità, come i bagni, che l’impresa aveva programmato di sistemare nei weekend. Inizialmente si pensava che fosse possibile lavorare ai piani superiori con i bambini al piano terra, ma ci siamo resi conto che non era praticabile. Martedì scorso, appurata la situazione dopo un sopralluogo, ho consigliato alla sindaca di disporre la chiusura per consentire i lavori senza alunni all’interno. A inizio anno – ha ribadito l’assessore – abbiamo deciso di aprire, privilegiando la didattica anche in spazi non del tutto adeguati. L’altro ieri i lavori avrebbero dovuto essere ultimati, ma non è stato così. Ora l’impresa ci ha garantito che entro sabato sera il plesso sarà completato».
Sulla questione della rampa ostruita dall’apertura della porta d’ingresso, Bucci ha inoltre assicurato: «Sarà una delle prime cose su cui interverremo».
Come annunciato, nel pomeriggio di ieri, la sindaca ha emanato l’ordinanza che sospende temporaneamente le attività didattiche nei giorni 19, 20 e 22 settembre. Già martedì mattina – almeno in teoria – i bambini potrebbero rientrare a scuola in spazi più sicuri e funzionali. Ma i genitori appaiono ormai sfiduciati: «E se neanche stavolta la ditta non riuscisse a terminare i lavori?», hanno incalzato. «A quel punto cercheremo di trovare una nuova soluzione» ha spiegato l’assessore Bucci, cercando di sedare gli animi ormai infuocati dei presenti.
Mentre fuori infuriava la protesta, all’interno della struttura la garante dei diritti della persona, Maria Spadafora, ha effettuato un sopralluogo, confermando poi davanti ai giornalisti le criticità denunciate da famiglie e opposizione. Ha infine ribadito la necessità di non scaricare sui più piccoli il clima di tensione che si respira attorno alla vicenda: «La priorità resta tutelare i bambini, che non devono pagare il prezzo di una questione che spetta agli adulti risolvere». sl
























