Aspettando Lotito, ancora. Sembra davvero il titolo di un film senza fine, e invece è la fotografia plastica di un centrodestra comunale che, tra rinvii, vertici lampo e tatticismi, ha finito per regalare ulteriore ossigeno politico alla sindaca Marialuisa Forte. Lei, per dirla alla Gomorra, procede “senza pensieri” e come un treno, mentre l’opposizione resta prigioniera delle sue stesse contraddizioni.
La novità è arrivata giovedì, quando il senatore Claudio Lotito ha convocato a Isernia, con pochissimo preavviso e lontano da occhi indiscreti, un tavolo con i vertici regionali della coalizione. Tanto breve l’annuncio che molti consiglieri comunali hanno disertato per impegni già assunti e persino i coordinatori regionali non erano al gran completo. Attorno al tavolo, comunque, c’erano Fratelli d’Italia con Filoteo Di Sandro, la Lega con Aldo Patriciello, Forza Italia con Lotito stesso e il presidente della Regione Francesco Roberti.
Un incontro che si è concluso con una consegna chiara: i consiglieri di centrodestra a Palazzo San Giorgio dovranno individuare una rosa di due o tre nomi per la candidatura a sindaco, in vista di un nuovo vertice fissato a metà ottobre. Operazioni che sanno di prove generali per interrompere anticipatamente la consiliatura.
Eppure, nei corridoi del Comune si respira un’altra aria. Per le stesse ragioni già emerse nei mesi scorsi, la gran parte dei consiglieri d’opposizione non sembra avere alcuna intenzione di “staccare la spina”. «Che senso ha dimettersi ora? – è la frase che continua a circolare sottovoce – Aspettiamo l’esito del Consiglio di Stato». Un alibi perfetto, visto che i tempi della decisione di Palazzo Spada sono tutt’altro che brevi e potrebbero slittare di mesi, se non di anni.
In Aula, intanto, si consuma il paradosso. Il consigliere Esposito di Forza Italia, ad esempio, garantisce puntualmente il numero legale alla sindaca Forte, consentendole di proseguire senza scossoni, mentre fuori dal Consiglio invita i genitori degli studenti di via Berlinguer a non mandare i figli a scuola per l’inadeguatezza delle aule. Una contraddizione che, al di là delle buone intenzioni, suona come un insulto all’intelligenza dei cittadini.
E poi c’è il caso del consigliere di Noi Moderati, Pietro Montanaro, che durante l’ultima seduta ha liquidato la mozione di sfiducia come «inutile», salvo poi rettificare con una nota ufficiale della segreteria: «Concordo pienamente con la linea politica del partito e della coalizione – ha spiegato –. Intendevo dire che le mozioni di sfiducia non servono se non sono in grado di centrare l’obiettivo. Diversamente si rafforza il centrosinistra e si perde tempo. Resto comunque disponibile a ogni iniziativa del centrodestra che porti davvero alla sfiducia della maggioranza». Una toppa che però non cancella la sensazione di una coalizione divisa e confusa.
Il risultato resta una commedia che sconfina nella farsa. La crisi esplosa nella maggioranza avrebbe potuto spalancare un’autostrada all’opposizione: dimissioni in blocco e fine anticipata della consiliatura. Invece, il centrodestra sceglie la via più comoda: temporeggiare, rinviare, mantenere in vita il Consiglio comunale e i relativi gettoni. Un consigliere presente con costanza alle commissioni può arrivare a portare a casa più di duemila euro al mese. Un’entrata che, sommata al proprio lavoro o professione, non dispiace affatto.
E così, mentre i cittadini attendono risposte e scelte chiare, la città rimane impantanata in una palude politica che rischia di diventare cronica. Campobasso avrebbe bisogno di responsabilità, di coraggio, di politica vera. Invece, assiste al teatrino di chi, con un occhio ai propri tornaconti e l’altro al calendario giudiziario, preferisce l’immobilismo.
La verità è che la crisi al Comune non è solo politica, ma di credibilità. In una terra tanto bella quanto fragile, dove la fiducia nelle istituzioni è già minima, tale farsa quotidiana mina ulteriormente il rapporto tra cittadini e politica.
La sensazione, sempre più diffusa, è che gli attori della scena amministrativa locale stiano sottovalutando la capacità critica dei campobassani. Ma davvero credono che la gente abbia ancora “l’anello al naso”?
Il resto è un’offesa. All’intelligenza delle persone, alla dignità della città, a chi ancora crede che Campobasso e il Molise possano meritare di meglio. Lu.Co.


























